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Autonomia differenziata per le Regioni, la riforma proposta da Calderoli: che cos’è

Ecco che cosa prevede il ddl del ministro degli Affari Regionali

Il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli, bozza di decreto che disciplina la riforma dell’Autonomia differenziata per le Regioni. Secondo i presidenti della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Calderoli e la riforma per l’autonomia differenziata per le Regioni

L’autonomia differenziata per le Regioni è un disegno di legge che metterà in atto l’articolo 116 della Costituzione dove al comma 3 è scritto che “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia… possono essere attribuite a altre Regioni con legge dello Stato su iniziativa della Regione interessata“.

In pratica, il ministro Calderoli ha sfruttato la riforma costituzionale del 2001, che prevede materie di competenza esclusiva dello Stato ma anche 23 materie “di legislazione concorrente” (articolo 117 ), secondo cui ciascuna Regione, se lo vuole, potrà prendersene alcune o tutte le materie. Sulla base di intese tra governo e Regione partirebbe quindi un federalismo fiscale.

Le materie “concorrenti” della proposta

All’interno del ddl sono messe in discussione le 23 materie “concorrenti” descritte ai commi 2 e 3 dell’articolo 117 della Costituzione:

Istruzione (fatto salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con l’esclusione dell’istruzione e formazione professionale); rapporti internazionali delle Regioni e con l’Ue; commercio estero; tutela e sicurezza del lavoro; professioni; ricerca scientifica e tecnologica  a all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo: protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzionale nazionale dell’energia; previdenza complementare integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.

Come funziona la riforma

Ogni Regione può chiedere quali materie vuole gestire da sola. Veneto, Lombardia e Piemonte hanno già fatto sapere che vorrebbero tutte e 23 le materie. Però per evitare che un cittadino della Calabria sia penalizzato rispetto a uno della Lombardia in fatto di asili nido ad esempio, di scuole più efficienti, di ospedali, energia, trasporti eccetera, sono previsti i Lep, i livelli essenziali di prestazioni.

I Lep

Sono i livelli essenziali di prestazioni, ovvero il diritto ai servizi che ciascun cittadino ha, dovunque risieda, e che lo Stato si impegna a garantire.

Il divario tra Nord e Sud

Con questa riforma, la nuova Italia del federalismo à la carte vede accentuarsi il divario preesistente tra Nord e Sud. Assisteremo ad un Nord in corsa e ad un Sud fortemente rallentato, se non addirittura paralizzato. I Lep, cioè i pari servizi, nella bozza Calderoli devono essere varati con decreto della presidenza del Consiglio entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge. In caso di mancata approvazione, le intese verranno varate ugualmente.

Se il federalismo à la carte non dovesse più andare bene, il divorzio sarà possibile solo se entrambi i partner governo e Regione sono d’accordo. Non si torna indietro. No da parte del Sud al criterio della spesa storica per l’erogazione dei servizi pubblici. Venti scuole o venti sanità regionali picconano l’unità del Paese: il fronte di chi si oppone chiede che alcune materie siano tolte dal tavolo del federalismo come appunto la scuola.

Il residuo fiscale

Calderoli ha assicurato che non ci saranno “rese” fiscali maggiori o minori che una Regione può usare per sé. Per il costituzionalista Massimo Villone, presidente del coordinamento per la democrazia che ha scritto una proposta di legge di iniziativa popolare anti Calderoli, la morale è: “Si punta a far correre la locomotiva Nord, invece che a ridurre le distanze”.

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