Tra gli anni Quaranta e Sessanta Ave Ninchi è stata una grande protagonista del cinema italiano, in particolare della commedia accanto a mostri sacri come Totò e Aldo Fabrizi.
Memorabili le performance con il principe della risata, da Totò cerca moglie (1950) a Totò cerca pace (1954), passando per il capolavoro Guardie e ladri (1951). Allo stesso tempo, si fece onore nel genere drammatico, con Vivere in pace (che le valse il Nastro d’Argento) e L’onorevole Angelina (accanto alla grande Anna Magnani).
Ave Ninchi, attrice e conduttrice tv italiana
Ave Ninchi nasce ad Ancona il 14 dicembre 1915. Figlia di Umberto Ninchi e Fernanda Brugiapaglia, agiata famiglia di conciatori, respirò l’arte drammatica fin da bambina: la sua famiglia, anconetana, diede al teatro non solo i cugini di suo padre Annibale e Carlo, ma anche impresari teatrali e drammaturghi, tutti ruotanti intorno al Teatro delle Muse.
Esordio
L’esordio nel cinema avvenne nel 1944 accanto ad Aldo Fabrizi nel film Circo equestre Za-bum e fu seguito da una crescente popolarità, grazie a una lunga serie di pellicole a cui prese parte, soprattutto di genere brillante, al fianco di grandi nomi come Totò, Aldo Fabrizi, Paolo Stoppa, Nino Taranto, Peppino De Filippo, Carlo Dapporto e Alberto Sordi.
Era spesso impegnata in ruoli da caratterista, che ella calzava in modo da rubare spesso la scena ai protagonisti, grazie alla sua figura corpulenta e aggraziata, alla sua spumeggiante vis comica e alla sua accattivante bonomia. Ave Ninchi diede prova delle sue ottime capacità recitative anche in film drammatici: per la sua interpretazione di Vivere in pace (1946) di Luigi Zampa, si aggiudicò il Nastro d’Argento.
Dagli anni Cinquanta ai Settanta
Come riporta “Totò truffa 2000”, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta lavorò spesso in teatro: fu vivace interprete di diverse commedie musicali, come Un trapezio per Lisistrata e Un mandarino per Teo di Garinei e Giovannini, ma fu altrettanto abile attrice di prosa, in lavori come Questa sera si recita a soggetto di Pirandello, La contessina Giulia di Strindberg, Il campiello di Goldoni e I dialoghi delle Carmelitane di Bernanos. Nel 1965 fu accanto ad Anna Magnani nella rappresentazione de La lupa di Verga, per la regia di Franco Zeffirelli.
In televisione partecipò nel 1963 alle riprese dello sceneggiato televisivo Il mulino del Po, e nel 1964 al varietà Za-bum. Nel 1971 ha lavorato nel popolare varietà Speciale per noi, al fianco di Aldo Fabrizi, Paolo Panelli e Bice Valori, per la regia di Antonello Falqui. Inoltre ha sostituito, con successo, Delia Scala, nella conduzione della fortunata trasmissione A tavola alle 7, a fianco di Luigi Veronelli, dove parlava con grazia e competenza di temi culinari.
Il grande successo
Nel 1973, Federico Fellini, per il doppiaggio di Amarcord, la chiamò per dare la voce “romagnola”, alla napoletana Pupella Maggio, per il personaggio di Miranda. In precedenza, aveva svolto il lavoro di doppiatrice all’interno della società O.D.I. (sua la voce di Alma Kruger in Sabotatori di Alfred Hitchcock). Nel 1974 recitò in francese nel ruolo di Madame Georges, la proprietaria dell’albergo occupato dai nazisti, in Cognome e nome: Lacombe Lucien, per la regia di Louis Malle che fu il suo ultimo film cinematografico.
Nel 1979 fu protagonista del telefilm giallo La vedova e il piedipiatti (in onda per sei puntate, dal 3 luglio al 7 agosto) per la regia di Mario Landi, accanto a Veronica Lario. Nell’occasione l’attrice indossò i panni di una massaia-investigatrice.
Piccolo schermo e spot pubblicitari
Nel 1981 fu di nuovo in televisione con lo special Buonasera con… Ave Ninchi, in cui oltre a ripercorrere la propria carriera, non si esimeva dal proporre ricette e consigli culinari. Sempre in TV, nei suoi ultimi anni di vita, comparve come presenza fissa nel cast del programma Il sabato dello Zecchino con i bambini del Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna. Nel 1989 la Rai le dedicò il programma biografico in quattro puntate Confidenzialmente Ave.
Ultimi anni e morte
Ave Ninchi era stata per diversi anni protagonista degli spot di una celebre azienda avicola, nei panni della tipica casalinga italiana. Tifosa della Juventus, fu sovente ospite anche di trasmissioni televisive di carattere sportivo.
Abbandonò definitivamente la TV culinaria per un ritorno al teatro, recitando nella Clizia di Machiavelli. Passava svariati periodi, nella sua casa di campagna a Pomino (FI), a contatto con la natura ed i suoi prodotti che seguiva abitualmente.
Dopo la morte del marito, decise di trascorrere la sua vita a Trieste, in un appartamento all’ultimo piano, dove morì il 10 novembre 1997 all’età di ottantuno anni, assistita dalla figlia Marina (attrice anch’essa), dopo una lunga malattia, causata da una grave forma di diabete che l’aveva costretta a lunghi periodi di ricovero in ospedale. Riposa nel cimitero di Pomino-Rufina (Firenze).