Finto operatore sanitario entra all’interno dell’ospedale Moscati di Avellino e provoca il caos: nube di polvere e momenti di agitazione, le forze dell’ordine hanno fermato il giovane africano. I fatti sono avvenuti nella mattinata di ieri, mercoledì 27 novembre. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Avellino, finto operatore provoca il caos: fermato giovane africano
Momenti di paura e confusione si sono verificati nel reparto di Radioterapia dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Un giovane di origine africana ha creato scompiglio nell’Unità operativa complessa al primo piano della struttura, distruggendo la cassetta del sistema antincendio e causando la fuoriuscita della polvere estinguente. La sostanza ha invaso completamente le sale e i corridoi, mentre pazienti e personale cercavano di fuggire. L’incidente è avvenuto intorno alle 9.30 di ieri mattina. Il ragazzo, indossando una divisa arancione, è riuscito inizialmente a passare inosservato, venendo scambiato per un operatore del 118 all’interno dell’ospedale. Il ragazzo ha cominciato a manifestare segni di squilibrio avvicinandosi alle pareti della sala d’attesa, dove ha iniziato a strappare locandine e cartelli informativi. Nel contempo, ha cominciato a urlare ripetutamente: «Sono un medico». Circa dieci pazienti presenti hanno assistito alla scena mentre il giovane si dirigeva verso il quadro elettrico del locale. Qui la situazione è rapidamente degenerata: il ragazzo ha strappato fili e sollevato leve, fino a lasciarsi sopraffare dalla rabbia, colpendo l’impianto a pugni. Con la stessa violenza, si è scagliato contro la cassetta del sistema antincendio.
Dopo i colpi, è scattato l’allarme, causando la fuoriuscita del materiale. La furia del falso operatore non era rivolta agli utenti e al personale. Tuttavia, spaventati e circondati dalla nube di polvere, sono fuggiti e hanno avvisato le forze dell’ordine. L’intervento è stato immediato, sia da parte della sorveglianza privata del Moscati che degli agenti di polizia. Il giovane, visibilmente in uno stato di fragilità psichica, è stato fermato, mentre il reparto è rimasto chiuso per quasi tre ore.
L’episodio analogo
A soli due giorni dalla duplice aggressione subita dal personale del pronto soccorso del Moscati, ieri mattina si è verificato un ulteriore episodio di violenza. L’allerta per la sicurezza a Contrada Amoretta continua a crescere, soprattutto dopo l’episodio di domenica sera nel reparto di Emergenza, dove una paziente ha colpito alcuni operatori del 118 e ha aggredito un infermiere del Triage, schiaffeggiandolo. L’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Avellino ha espresso la propria solidarietà al collega aggredito. Esprimendo una ferma condanna verso «qualsiasi forma di violenza nei confronti degli operatori sanitari», la nota sottolinea che l’infermiere è un professionista che, con impegno e competenza, si dedica alla cura delle persone nei momenti di necessità. Ogni giorno, gli infermieri si trovano in prima linea. Tuttavia, l’Ordine evidenzia che, nonostante l’importanza fondamentale del loro ruolo, gli infermieri sono frequentemente vittime di aggressioni sia verbali che fisiche. Questi atti di violenza non rappresentano solo un affronto personale, ma costituiscono un attacco all’intero sistema sanitario e alla comunità.
Tuttavia, la lettera ha scatenato una polemica interna. La critica proviene da Facciamo ordine, una lista che si prepara a candidarsi per le elezioni di rinnovo dell’Opi, in programma dal 7 dicembre. «Noi infermieri – afferma il referente Dario Solimene – abbiamo sperimentato in prima persona l’assenza di azioni concrete da parte dell’Ordine, che ha ignorato il nostro benessere e la nostra sicurezza, nonostante l’evidente e crescente violenza di cui siamo stati vittime. È difficile non notare come la questione venga sollevata con urgenza in vista delle prossime elezioni. Il silenzio che ha caratterizzato gli ultimi quattro anni, durante i quali abbiamo affrontato in solitudine le nostre difficoltà quotidiane, non può essere compensato da parole che giungono solo ora, quando si avvicinano le elezioni. Ciò che chiediamo sono interventi concreti».