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Emergenza idrica, il circolo Berlinguer di Montella prende posizione

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MONTELLA. Il circolo “Berlinguer” di Montella interviene sulla scottante questione dell’emergenza idrica in Irpinia. Nella nota stampa si legge che in molti parlano «alla pancia delle persone» e che se «l’acqua è un bene comune», pubblico, ciò «non implica affatto che sia un bene “nostro”».

Facendo riferimento alla normativa vigente, il primo affondo del circolo è su chi parla di “autogestione” della risorsa, perché contraria alla legge che prescrive quantomeno «l’affidamento diretto della gestione ad una società a partecipazione pubblica».

Poi, il secondo affondo: «Le responsabilità, tutte politiche, di voler mantenere l’Alto Calore così com’è e candidarlo a potenziale gestore unico, fanno sì che a distanza di anni la situazione del nostro ambito territoriale sia ad uno stallo!».

In questo senso, si legge nella nota, sarebbe opportuno che le amministrazioni locali invocassero «la costituzione di un soggetto unico  (a fronte dei tre gestori presenti nel nostro ambito “Calore Irpino” – che comprende anche parte del beneventano) che garantisca una gestione adeguata ed efficiente della risorsa e faciliti l’attuazione degli interventi contemplati nel piano d’ambito aggiornato nel 2012».

 

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Montella potrebbe essere autosufficiente, considerando che «è bastato intervenire “correggendo” la distribuzione della risorsa per riavere acqua a sufficienza, questo ci dice che il problema reale non è quello dell’acqua a disposizione»: le siccità della scorsa estate non giustificano l’emergenza idrica. Le sorgenti di Montella, è chiarito nella nota, hanno una portata di acqua addirittura più che doppio rispetto al fabbisogno locale.

Sarebbe addirittura la solita opera inutile ma faraonica – si intende dalla nota stampa – l’idea di ricevere acqua dall’Acquedotto Pugliese:  «sarebbe sufficiente dare il via alle riparazioni già programmate e ipoteticamente finanziate nel 2012 con l’approvazione del piano d’ambito».

 

 

Circolo Berlinguer e le domande scomode

 

 

«Non si potrebbe recuperare l’acquedotto che parte dalla località Cerasa di Montella e che potrebbe arrivare fino al Monte e che, invece, giace abbandonato?
Non si potrebbe completare il rifacimento della rete urbana, per quelle zone che nel 2008 non furono interessate dai lavori di sistemazione concordati dal comune e realizzati insieme all’Alto Calore?
Non si potrebbe, infine, ragionare anche sugli interventi necessari per garantire il minimo deflusso vitale del fiume?

È ribadito, poi, come tali interventi siano stati già programmati.

Oltre una progettazione che preveda come affrontare «cicli stagionali insoliti» occorre un’educazione civica della cittadinanza ad un utilizzo coscienzioso e senza sprechi dell’acqua.

 

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