ARIANO IRPINO. Nella tarda serata di ieri 09 marzo alle ore 18,30 due detenuti di nazionalità italiana, ristretti alla decima sezione della Casa Circondariale di Ariano Irpino, hanno aggredito violentemente, senza apparente motivo, con schiaffi e pugni alla testa l’agente di servizio tanto che si è reso necessario accompagnare lo stesso al locale Pronto Soccorso dove gli sono state diagnosticate lesioni varie con una prognosi di dieci giorni.
A denunciare l’episodio è il Segretario Generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci, che dichiara:
«Le aggressioni nei confronti dei Poliziotti Penitenziari in carcere da parte di soggetti appartenenti alla popolazione detenuta sono oramai all’ordine del giorno, si verificano più volte anche negli stessi istituti e il carcere di Ariano Irpino non fa eccezione malgrado l’assai apparente tranquillità che sembra avvolgerne un funzionamento, in realtà precario e fonte di disagio per i locali addetti del Corpo di Polizia Penitenziaria».
«Ma – indica ancora il leader dell’O.S.A.P.P. – alla violenza dei reclusi frequente soprattutto perché accolta con lassismo e permissività da parte degli organi amministrativi penitenziari quasi che prendere schiaffi pugni o ricevere parolacce dai detenuti possa significare la regola della convivenza in carcere, esiste nel sistema penitenziario Italiano una violenza ancora più grande costituita dall’assoluto e spregevole disinteresse nei confronti delle donne e degli uomini in uniforme negli Istituti di pena e che si manifesta mediante la sostanziale assenza dei vertici periferici e centrali della stessa amministrazione».
«Non sappiamo quindi – conclude Beneduci – se tale situazione potrà cambiare nella nuova legislatura perché troppo vaghi le idee e i programmi sul sistema penitenziario presentati dai partiti che hanno partecipato alle elezioni ma ci auguriamo che perlomeno in ordine alle scelte riguardanti i nuovi vertici del Dicastero della Giustizia e della Amministrazione penitenziaria Centrale possa verificarsi un’inversione di tendenza volta a impedire che i poliziotti penitenziari Italiani continuino ad essere le vittime e i scendi letto delle componenti criminali che nel carcere continuano a delinquere e prosperare».