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Amministrative 2018 Avellino, intervista a Massimo Passaro

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AVELLINO. Intervista ai candidati alla carica di sindaco in occasione delle elezioni amministrative 2018: Massimo Passaro, candidato de “I Cittadini in Movimento”, risponde alle domande della redazione de L’Occhio di Avellino.

Amministrative 2018 Avellino, intervista a Massimo Passaro

 

Perché ha deciso di scendere in campo per le elezioni amministrative?

 «Quattro anni fa ho deciso con un telefonino di mostrare alla gente che Avellino è degrado e abbandono. Scendendo in campo voglio smuovere le coscienze dei cittadini, aprendo loro gli occhi sulla situazione attuale. Dai cittadini mi aspetto una grande partecipazione».

 

Da dove nascono il nome e il simbolo della lista?

«Il nome e il simbolo della lista nascono ad Avellino. “Cittadini in Movimento” perché siamo sempre attivi sul territorio. Il simbolo è dettagliato sulla base del personaggio del “Drago Fortuna”. La città è la testa del drago, la coda rappresenta i cittadini. Intorno c’è il nulla, è questo che deve cambiare».

 

Su quali problematiche insisterà la sua amministrazione?

«Partendo dallo stato di abbandono in cui versano alcune aree, come ad esempio Parco Palatucci e Manganelli, servizi inesistenti e intrattenimento assente. Ho partecipato a una ristrutturazione, a Barcellona, di un’ex autorimessa. Ristrutturare edifici obsoleti è una cosa che si può fare anche qui.

Con riferimento all’edilizia scolastica si potrebbero creare non solo scuole, ma un vero e proprio campus dove svolgere attività sportive. La cittadella giudiziaria andrebbe completamente abbattuta e ricostruita, ricreando attorno al tribunale servizi essenziali e uno stazionamento di autobus. Abbiamo preso contatti con società di bus di ultima generazione, elettrici, che si ricaricano sotto le pensiline.

Più strisce bianche, parchimetri con bancomat e anche la possibilità per chi parcheggia di avere il primo quarto d’ora gratis, in modo tale da evitare doppie file.

Ancora, è brutto per la gente che viene in città vedere alle 9 di sera bidoni rossi sui marciapiedi. Si potrebbe riproporre il modello Barcellona, dove spesso lavoro, dove ci sono bidoni interrati e i cittadini usano tessere magnetiche, risparmiando sui tributi.

Per quanto riguarda, invece, l’edilizia popolare si potrebbe pensare ad un housing sociale, realizzando case a regola d’arte e pannelli solari. Le case popolari sono state riqualificate perché c’era l’amianto sul tetto. Ma quell’amianto, assorbito negli anni dalle pareti interne di cartongesso, non è mai stato tolto dalle pareti».

 

Quali saranno i primi provvedimenti che pensa di mettere in atto una volta al Comune?

«Tra i primi provvedimenti farei stampare tabelle in tutte le piazze con i nomi dei tecnici che hanno lavorato nelle strade, con scempi e spese inutili. Dare quindi la possibilità a una squadra di giardinieri e manutentori all’interno del comune e riorganizzare il taglio del verde. Creare una città attrattiva. Così come Salerno ha investito sulle luci d’artista noi potremmo investire nel centro storico, data l’antica tradizione di arte presepiale ad Avellino, e rivalutare i cunicoli longobardi che in pochi conoscono. Creare nuove collaborazioni tra Università e comune, anche attraverso specializzazioni nel settore enogastronomico e vitivinicolo».

 

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