Emergono dettagli sulla tragedia di Angela Russo, la donna morta lo scorso anno: le fu iniettato un sangue prelevato da un altro paziente, mischiato con l’ossigeno. Una “terapia” che ha portato la donna a morire il 25 marzo del 2021, nella sua abitazione di Mirabella Eclano per arresto cardiaco ed embolia come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Angela Russo morta in casa: iniettato il sangue “pulito” di un altro paziente
Nelle scorse ore i due falsi medici sono stati raggiunti da due misure cautelari. Il 51enne A.G. era un massaggiatore che si faceva passare per medico: è accusato di lesioni, truffa aggravata e omicidio preterintenzionale ed è ai domiciliari. Per il fratello F.G. di 41 anni, impieghi saltuari come bagnino di centri fisioterapici, il magistrato ha disposto l’obbligo di dimora ipotizzando per lui il reato di lesioni aggravate.
I due, originari di Montefusco, in provincia di Avellino, esercitavano in uno studio a San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento, ma avevano un ufficio anche a Penta di Fisciano in provincia di Salerno.
Benevento, falsi medici curavano tumori: arrestati
Due falsi medici arrestati perché accusati di curare tumori pur non avendo le dovute qualifiche. A seguito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Mirabella Eclano e della Stazione di San Giorgio del Sannio, nella mattinata di mercoledì 21 settembre hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di due misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, nei confronti di due fratelli sedicenti medici, in particolare la misura degli arresti domiciliari nei confronti di uno per i reati di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e truffa aggravata, già eseguita, e quella dell’obbligo di dimora nei confronti dell’altro per il reato di lesioni aggravate, in corso di esecuzione.
L’attività di indagini – avviate alla fine del mese di marzo 2021, a seguito della denuncia sporta da parte dei familiari di una delle vittime a seguito della morte sospetta della propria sorella, “curata” da uno degli indagati e arricchitasi di sequestri di materiali e dichiarazioni – consentiva di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dei due soggetti i quali, approfittando dello stato di vulnerabilità dei loro numerosi “pazienti” – per lo più intimoriti da patologie immaginarie dagli stessi “diagnosticate”– esercitavano abusivamente l’attività sanitaria, in assenza di qualsivoglia titolo abilitante, non limitandosi a prescrivere medicinali e/o rimedi asseritamente naturali ma praticando sulle loro persone anche trattamenti pseudosanitari e pseudoterapeutici.
Il tutto per assicurarsi vantaggi economici derivanti dalla propria attività illecita che svolgevano nella provincia Beneventana, attirando e suggestionando gli innumerevoli clienti provenienti da diverse aree geografiche.
Le indagini
In particolare, proponevano un modello di cura precipuamente diretto, a loro dire, alla cura di malattie oncologiche, che accreditavano presso i pazienti spendendo la collaborazione di un luminare ed esperto della “medicina naturale” in Germania, e praticavano trattamenti per endovena e autotrasfusioni ematiche, con metodiche artigianali e con miscele di sostanze non meglio specificate, dannose per la salute, cagionando in un caso la morte di una donna di anni 54 che versava in realtà in buone condizioni di salute e non soffriva di alcuna patologia tale da rendere necessarie terapie invasive e a maggior ragione terapie non scientificamente validate.
Il G.I.P. presso il Tribunale di Benevento, ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, accoglieva la richiesta della Procura di applicazione delle misure cautelari personali nei confronti dei due germani la cui attività illecita non si era arrestata neppure dopo l’esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo dell’appartamento che avevano adibito a “studio medico” disposto dal GIP sempre su richiesta della Procura per esercizio abusivo della professione sanitaria.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.