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Aquilonia, nuovi guai per l’avvocatessa Lucia Gargano (legata ai Casamonica): “Favoriva i narcotrafficanti”

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Lucia Gargano, avvocatessa di Lacedonia

Nuovi problemi per l’avvocatessa Lucia Gargano, legata ai Casamonica e originaria di Lacedonia, accusata di «favorire i narcotrafficanti»: dopo essere stata coinvolta in un’inchiesta sui Casamonica e assolta in Appello, era tornata ad Aquilonia. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Aquilonia, l’avvocatessa Lucia Gargano: “Favoriva i narcotrafficanti”

Negli ultimi anni si era stabilita ad Aquilonia dove ieri mattina, lunedì 27 gennaio, i carabinieri della compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi l’hanno arrestata e portata nel carcere di Bellizzi Irpino. Lucia Gargano, avvocatessa legata ai Casamonica e originaria di Lacedonia, è finita in manette. Secondo le accuse, avrebbe svolto un ruolo fondamentale, utilizzando la sua professione per facilitare incontri e comunicazioni tra importanti narcotrafficanti della criminalità organizzata di Ostia, detenuti nel carcere di Rebibbia, e il mondo esterno.

Il suo compito non si limitava a quello di avvocato, ma includeva un ruolo attivo nel garantire il buon esito di affari illeciti. Dopo essere stata assolta lo scorso novembre dall’inchiesta “Pax mafiosa di Ostia”, in cui era coinvolta per concorso in associazione mafiosa, Lucia Gargano, un’affascinante avvocatessa, è tornata dietro le sbarre. La sua detenzione è stata disposta da un’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito di una vasta operazione coordinata dalla DDA della Procura di Roma e dai Carabinieri del Nucleo operativo di Frascati, che ha portato all’emissione di 32 misure cautelari. È emerso un sistema illecito all’interno del Servizio per le Dipendenze (Ser.D.) dell’Asl Roma 2, attivo nel carcere di Rebibbia, che consentiva ai detenuti di ottenere benefici di misure alternative tramite certificazioni false, senza averne fatto richiesta. A orchestrare il tutto era uno psicologo.

Le indagini

In questo ambito di indagine, i carabinieri, in collaborazione con il Nic (Nucleo Investigativo Centrale) della polizia penitenziaria, hanno eseguito quattro misure cautelari. Altre 28 persone sono state sottoposte a misure cautelari per detenzione e associazione finalizzata al traffico di droga. Tra i coinvolti in questa indagine figura Lucia Gargano. L’operazione è scattata a seguito del monitoraggio di un detenuto nel carcere di Rebibbia, un noto esponente del narcotraffico romano che, secondo le accuse, aveva contatti con uno psicologo. È emerso che, nonostante fosse in carcere, il narcotrafficante, grazie all’importante supporto dell’avvocatessa Gargano, incaricata di trasmettere messaggi e direttive all’esterno, ha continuato a gestire un’associazione dedita al traffico di stupefacenti nel quadrante sud-est della Capitale.

Le accuse

Lucia Gargano sarebbe stata accusata di trasmettere messaggi e direttive dall’interno del carcere verso l’esterno. Inoltre, avrebbe introdotto telefoni cellulari e sostanze stupefacenti nel penitenziario di Rebibbia. Dopo aver frequentato il liceo classico a Lacedonia, ha proseguito gli studi alla Luiss di Roma. Figlia di allevatori, con un padre, Salvatore, noto casaro specializzato in formaggi e mozzarelle di latte podolico, è diventata una delle avvocate più promettenti del foro di Roma. Era anche l’avvocato di fiducia di Fabrizio Piscitelli, soprannominato Diabolik, capo ultrà della Lazio, assassinato il 7 agosto 2019. Piscitelli era coinvolto in una guerra con il clan Spada. Lucia Gargano, inoltre, offriva consulenze legali a individui coinvolti in scontri armati, organizzando attentati e intimidazioni.

Godeva della fiducia di entrambi i gruppi. Si era proposta come mediatrice, presentando una proposta di pace mafiosa tra le due fazioni. L’avvocatessa irpina finì in carcere insieme a Salvatore Casamonica nell’ambito dell’inchiesta sulla “pax mafiosa” a Ostia. Per questa vicenda, lo scorso novembre è stata assolta in Appello, dopo aver ricevuto una condanna di 6 anni e 8 mesi in primo grado, in abbreviato.

La “pax mafiosa”, secondo quanto emerso dall’indagine della Dda di Roma, sarebbe stata concepita nel dicembre 2017 in un ristorante di Grottaferrata. A quel summit parteciparono, oltre all’avvocatessa, Salvatore Casamonica e Fabrizio Piscitelli. L’obiettivo era raggiungere un accordo di pace tra il clan Spada e il gruppo criminale guidato da Marco Esposito, noto come Barboncino. L’avvocatessa si era mostrata avventata in diverse situazioni, e un agente dei Gico sotto copertura, noto come il Francese, le aveva fatto credere di avere un carico di droga da portare in Italia. Lei si era proposta come intermediaria. Tuttavia, Piscitelli l’aveva avvertita. E Lucia, ancora al telefono, spiegava: «Diabolik ha detto che quelli che ti dicono che ti fanno arrivare la droga con gli aerei sono poliziotti».

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