AQUILONIA. È giunta ieri pomeriggio dall’ufficio della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino una comunicazione ufficiale, indirizzata al Comune di Aquilonia e per conoscenza agli uffici regionali del Mibact e al Comitato palazzine Bene Comune, in cui la Soprintendente Francesca Casule si pronuncia per la tutela delle palazzine del 1930 che l’amministrazione del comune altirpino vorrebbe abbattere.
Al Comune di Aquilonia – che non aveva richiesto alcun parere alla Soprintendenza prima di emettere la deliberazione n. 112 del 21.11.2017 che ha per oggetto l’abbattimento di sei padiglioni – la Soprintendente, il cui interessamento era stato sollecitato dalla segnalazione del Comitato civico spontaneo Palazzine Bene Comune, conferma quanto sostenuto dal Comitato, ricordando che “laddove di proprietà pubblica, i beni immobili la cui esecuzione risalga a oltre settant’anni sono sottoposti alle procedure previste dal D.Lvo 42/2004 e s.m. e i.”, ovvero dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Già nella lettera aperta inviata martedì scorso dal Comitato al Sindaco Giancarlo De Vito, il gruppo di cittadini aquiloniesi e non organizzati per la difesa delle “casette” aveva ricordato che “la norma fondamentale di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali sottopone a tutela automatica qualsiasi edificio di valore storico che abbia almeno settant’anni di vita, rendendo necessario, in attesa della ‘verifica di interesse culturale’, un parere della competente soprintendenza rispetto a qualunque intervento”, e aveva denunciato che “il comune di Aquilonia il parere non l’ha chiesto”, domandando al Sindaco: “Cosa pensate di fare? Ignorare semplicemente la norma? O state studiando una manovra di aggiramento? È il momento”, concludeva su questo punto la lunga lettera del Comitato, “di interrompere il silenzio dell’amministrazione su questo punto così importante”.
Altrettanto rilevante l’annotazione che segue da parte della Soprintendente, che definisce “opportuna” la conservazione delle palazzine in quanto tali edifici sono “consolidati nell’immaginario collettivo come elemento di identificazione storico-culturale”.
Un’affermazione in linea con quanto sostenuto, sempre nella sua lettera aperta al Sindaco De Vito, dal Comitato Palazzine Bene Comune, il quale si richiamava alla Convenzione europea del paesaggio. Per la Convenzione, infatti, il paesaggio è il territorio “così come è percepito dalle popolazioni” e la convenzione stessa non a caso prevede la salvaguardia di tutti i paesaggi includendo “sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana, sia i paesaggi degradati” (virgolettati dal testo della Convenzione, Ndr). La lettera del Comitato sottolineava che il lotto B, quello dei sei padiglioni in questione, “è tra le cose che fanno di Aquilonia, e solo di Aquilonia, quello che è”. Per il Comitato “il lotto B non è un gruppo di oggetti ma un sistema, e solo conservando le palazzine come sistema si può realmente tenere in vita la testimonianza della storia di una comunità segnata da distruzioni, delocalizzazioni e ricostruzioni, la storia specifica di questa comunità. Una storia che, nonostante ogni avversità, è cara a tanti dei suoi abitanti”.
Ma c’è una ulteriore ragione a favore della tutela secondo la Soprintendente di Avellino. Quegli edifici infatti “rappresentano uno degli ultimi esempi di ‘edilizia sociale’ dei primi decenni del XX secolo inserito nel dibattito architettonico europeo sul tema dell’abitazione minima e, dal punto di vista strutturale, della sicurezza antisimica”.
Confermata per oggi alle 16, ma al momento ancora senza la certezza di quale sede sarà concessa, l’assemblea indetta dal Comitato a cui il Sindaco stesso è stato invitato.