Secondo l’ultima relazione semestrale DIA 2021, il nuovo assetto del noto Clan Partenio, ribattezzato Nuovo Clan Partenio, o Clan Partenio 2.0, rappresenta una camorra moderna, mimetizzata, silenziosa e con rapporti stretti con amministrazioni locali. Ben inserita da più di 40 anni nelle amministrazioni comunali, nei settori bancari, negli enti pubblici, nelle aziende ospedaliere, nei settori dell’edilizia e degli appalti pubblici; addirittura con infiltrazioni direttamente in diverse sezioni del Tribunale di Avellino e negli uffici dei palazzi della Pubblica Sicurezza.
È dall’interno che è riuscita ad operare tranquillamente, inquinando elezioni, manipolando gare d’appalto per i lavori pubblici, controllando e coordinando l’andamento politico, amministrativo, economico, edilizio di Avellino e provincia, nell’intera Irpinia.
Clan Partenio e Nuovo Clan Partenio: la camorra in Irpinia
Il Clan Partenio di Avellino, o “Clan dei due monti”, chiamato così perché la sua influenza si estende dai monti del Partenio fino al monte Terminio, è stato concepito da due cugini che mentre erano in carcere, decidono di voler avere un territorio tutto loro da controllare, mantenendo e sfruttando comunque i legami con gli altri clan campani. Essendo uno già affiliato alla “Nuova Camorra Organizzata” e l’altro alla “Nuova Famiglia”, strategicamente, pensano di creare una vera e propria potenza mafiosa di stampo camorristico, indipendente, ma ben collegata. I loro nomi possono contare su affiliati e accoliti in diverse province dell’Irpinia, collegati ai clan del beneventano e soprattutto del napoletano.
L’assetto del clan Partenio
Gestiscono così lo spaccio e il transito di stupefacenti, da e verso il pugliese; il traffico di armi, l’usura e gli enormi affari delle estorsioni e delle aste immobiliari. Nei successivi anni, il gruppo “Clan Partenio” inizia ad inserirsi sempre più negli affari pubblici, come gare di appalti. I metodi per raggiungere i loro scopi sono quelli dell’intimidazione, attentati con armi da fuoco ed esplosivi. Chi si aggiudica regolarmente i lavori, viene invitato a ritirarsi, prima minacciato, poi gambizzato e infine anche ucciso. Sono diversi i casi che la DIA ha inserito nei fascicoli degli ultimi processi al Nuovo Clan perché ancora insoluti. Omicidi che per tipologia e motivazioni prendono il nome di “lupara bianca”. Nel corso degli anni ci sono state anche faide fra diversi personaggi per il controllo del territorio, ma l’egemonia è rimasta la stessa, formata dagli stessi che in fine sono stati prima investigati, poi indagati, poi imputati e condannati.
Nei primi anni 2000, arrivate le prime condanne, c’è stato un periodo di disordine e perdita di polso, ma bisogna, purtroppo, precisare che nonostante le condanne avute dai “capibastone”, il loro potere e il controllo sul territorio non si è arrestato.
Nel tentativo di riassemblare l’organizzazione, da parte anche delle nuove leve, il Clan Partenio si è visto decimato, grazie alle operazioni e i blitz dei Reparti Interforze Specializzati, inclusi Nuclei Operativi dell’Arma dei Carabinieri, della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), sotto la supervisione e le direttive della DDA di Napoli (Organo della Procura della Repubblica con competenza di procedimenti relativi ai reati di stampo mafioso).
Cosa sappiamo
In qualche modo il gruppo criminale ha avuto una metamorfosi, anzi, un progressivo sviluppo che lo ha condotto ad un riassetto, diverso per modalità di operatività e di azione. Nell’ultimo decennio ha vissuto un cambio generazionale e con esso un cambio di poteri, anche con scontri interni, ma che hanno avuto dei risultati, nuove alleanze formate da storici aggregati e nuovi e giovani affiliati coordinatori, spostando in altri territori della provincia e della città di Avellino le proprie regie e i propri centri di comando. È così si è venuta a creare la nuova dinastia. Proprio in questi giorni, presso il Tribunale di Avellino è in corso il processo a quello che è stato definito dalla DDA di Napoli il Nuovo Clan Partenio. Questo dovrebbe essere il processo che vede imputati i diversi personaggi che hanno cercato di riabilitare il clan dopo il colpo subito dalle diverse operazioni delle Interforze denominate come “Nuovo Clan Partenio 2.0” e “Aste OK”.
Il mistero
I collusi, i criminali e i responsabili non sono tutti all’appello nel processo. Dobbiamo presupporre che questo sia solo l’inizio. Si è fatto un buon lavoro con l’individuazione di alcuni personaggi e l’inquadramento dei nuovi meccanismi che hanno visto come il gruppo criminale si sia infiltrato nelle aste degli immobili nel Tribunale di Avellino, come abbia distrutto la vita di molte persone con ricatti ed estorsioni. Ma ancora non è stato completato il quadro.
In riferimento alle infiltrazioni anche nelle amministrazioni comunali, come è stato riportato in un dossier dall’ex Ministro Degli Interni:
(…) Il comune di Pratola Serra presenta forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e imparzialità degli organi elettivi, il buon andamento dell’amministrazione e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica». E’ questo l’incipit della relazione con cui l’ex Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha chiesto (e ottenuto) al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scioglimento del consiglio comunale di Pratola Serra. Una missiva che correda l’istruttoria elaborata dal Prefetto Paola Spena sulla scorta della relazione elaborata dalla commissione ispettiva inviata negli uffici del Comune ad agosto 2019, a seguito di esposti e denunce, dall’allora Prefetto di Avellino Maria Tirone.(…)
Le indagini
Questo ottobre è iniziato il processo al Nuovo Clan Partenio, i capi d’imputazione vanno dall’usura, all’estorsione, come anche traffico di stupefacenti, intralcio alla giustizia, turbativa d’asta, associazione a delinquere e non è escluso anche omicidio e tentato omicidio con l’iserimento nei fascicoli, da parte della DIA, di due casi di lupara bianca. Per il momento gli inquirenti hanno aggiunto nuovi Comuni della provincia interessati dal clan, nella mappatura del nuovo assetto, figurano:” Avellino, Mercogliano, Monteforte Irpino, Serino, Prata di Principato Ultra, Pratola Serra, Montella, Bagnoli Irpino.”
La DDA di Napoli, la DIA e il pool Interforze Investigativo che comprende anche Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Forestale continuano le loro indagini anche nei confronti dei cosiddetti colletti bianchi, come banchieri; e non sono esclusi Giudici, Pubblici Ministeri e Avvocati, nonché stessi Operatori appartenenti alla Pubblica Sicurezza che sono attenzionati e saranno ascoltati in relazione a diversi casi di corruzione, sulla scorta di intercettazioni già agli atti.
Chi avrebbe mai pensato che un “terremoto” simile potesse colpire una cittadina così “innocua”. E forse questo è solo l’inizio.
Ribadiamo che per lo scioglimento della giunta comunale di Pratola Serra, dati i reati di infiltrazione mafiosa, si è mobilitato il Presidente della Repubblica in persona, Sergio Mattarella. Ci sono molte cose che non quadrano e che non funzionano ad Avellino e nelle sue province, eppure, all’apparenza, sembra sempre tutto tranquillo e pacifico.
Ma se questa tranquillità fosse reale, allora ad Avellino e in ogni paesino della provincia, ci dovrebbero essere servizi funzionanti, dovrebbero esserci infrastrutture di ogni tipo, centri per incontri per i giovani, per i bambini e invece, non vi è nulla di tutto questo, in molti paesi vi sono solo bar che fungono da purgatori per le speranze; e nessuna prospettiva per il futuro..
Questo processo è fatto nei confronti di una piccola parte del “Sistema”, che invece è formato da molte più “pupari”, che tirano i fili e che si trovano ai piani più alti. Fin’ora è stato fatto dalle autorità un ottimo lavoro, ma bisogna cercare ancora più in profondità, bisogna trovare questa enorme “piovra” che infila i suoi tentacoli ovunque, che opera di nascosto nel buio.