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Avellino, al Cimarosa il grande jazz con Maria Pia De Vito e Huw Warren

contaminazioni jazz Conservatorio Cimarosa
Maria Pia De Vito 2

AVELLINO. Conservatorio: al “Cimarosa” il grande jazz  in un concerto. È una delle più raffinate ed emozionanti vocalist contemporanee. Con la sua versatilità e sensibilità è in grado di attraversare tutti gli stili musicali, tenendoli insieme con una creatività vocale e linguistica che solo il dialetto napoletano è capace di offrire. Venerdì 24 novembre, alle ore 20.30, presso l’auditorium del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, arriva Maria Pia De Vito, artista di fama internazionale che da qualche settimana è diventata docente del Conservatorio irpino, per dialogare, attraverso la musica jazz, con uno dei più originali, eleganti ed innovativi pianisti e compositori della scena inglese quale Huw Warren, in un concerto fuori dal comune.

“Diàlektos – concerto per piano e voce” è il secondo appuntamento della mini rassegna “Contaminazioni Jazz”, giunta alla sesta edizione, ed inserita nel più corposo cartellone de “Il Cimarosa suona bene”, organizzato dal Conservatorio di Avellino, presieduto da Luca Cipriano e diretto da Carmelo Columbro che, attraverso 18 concerti, in programma da novembre a gennaio, ripercorrerà oltre cinque secoli di musica in compagnia dei grandi maestri del pentagramma, da Gesualdo a Bach da Liszt a Schumann, passando per Gershwin, Piazzolla, Weill, il jazz del primo Novecento, l’omaggio a Elvis, le più belle colonne sonore del Cinema internazionale e i canti della tradizione natalizia affidati al coro de “I Cimarosini”, alle Voci bianche del San Carlo di Napoli e alla “Cimarosa Young Sinfonietta” nel Gran Concerto di Natale al Duomo.

Quando una voce dalle infinite possibilità sonore come quella di Maria Pia De Vito incontra la passionalità e la versatilità di un pianista e compositore quale Huw Warren nasce “Diàlektos”, la sintesi perfetta tra musica colta e vitalità dell’improvvisazione, tra radici popolari e avanguardia più effervescente, in una fusione quasi sovrannaturale tra i due artisti.

Se c’è un’artista di cui è difficile prevedere la prossima mossa, come accade per i più audaci jazzisti della storia, questa è Maria Pia De Vito che, da anni, colloca al centro del suo progetto musicale la possibilità di sperimentare alleanze, adesioni, coerenze con musicisti straordinari, insieme ai quali costruisce non tanto un linguaggio, ma una sintassi, un ventaglio di forme che l’artista napoletana riesce a tenere insieme non soltanto in virtù di una naturale disposizione al dialogo e al confronto, ma soprattutto grazie ad una innata capacità di parlare i più svariati dialetti musicali.

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