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Avellino, concerto di Ferragosto salta per mancanza di soldi. Il consigliere Nicola Giordano: “Nargi sapeva che le casse erano vuote, ora risani”

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Foto di repertorio

Il concerto di Ferragosto ad Avellino non si farà a causa della mancanza di soldi. Il consigliere del Pd Nicola Giordano: “Nargi sapeva che le casse erano vuote, ora risani”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Avellino, concerto di Ferragosto non si farà per mancanza di soldi

«Far saltare il concerto di Ferragosto non è una scelta politica, ma la conseguenza della spesa dissennata dell’amministrazione precedente. Oggi Nargi è costretta a rendersene conto», lo dichiara Nicola Giordano, consigliere del Pd, commenta così l’annuncio di un Ferragosto sottotono e lancia un appello al nuovo assessore al bilancio, Mario Calabrese. «L’ultimo bilancio targato amministrazione Festa, approvato in aula durante la reggenza della stessa Nargi, certificava quanto avevamo denunciato in consiglio e cioè che in cassa per gli eventi erano rimasti solo 15mila euro. Ed è per questo che nell’assestamento di bilancio che andremo a votare è prevista una variazione di circa 100mila euro per organizzare i micro eventi annunciati. È il risultato di anni di spese smodate e dei 2,5 milioni spesi, nel solo 2023, per concerti e manifestazioni 2,5 milioni. La mancata organizzazione del concertone non è una scelta di merito, ma obbligata. Le casse comunali sono state depauperate e il Patto con il Governo chiede al Comune una limitazione dei costi. La sindaca Nargi si trova, di fatto, a gestire una situazione finanziaria fallimentare».

«Dico semplicemente che lei adesso si sta rendendo conto del disastro amministrativo precedente e non può fare altro che certificarlo. Noi, però, avevamo avvertito la maggioranza che saremmo andati a sbattere ed oggi quello che avevamo detto si sta avverando: i costi vengono ridotti per necessità, non per scelta politica». «Il patto con il Governo non è un premio ai Comuni virtuosi, ma un contributo, legato al rispetto di determinati parametri, che viene dato a quegli enti che non sono in grado di raggiungere gli equilibri di bilancio. I soldi che vengono appostati vanno a compensare un disavanzo già preoccupante, di circa 2,5 milioni, non per dare respiro alle casse comunali. Servirebbe, invece, una riduzione dei costi».

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