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“Clan delle aste”, confermati i sequestri della DDA

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I giudici del Tribunale del Riesame hanno confermato il sequestro dei beni appartenenti ai presunti membri del “clan delle aste in alcune posizioni discusse venerdì. Tra i beni sequestrati ci sono quelli di Antonio Barone, Gianluca Formisano e Armando Aprile. La decisione sui ricorsi per gli altri coinvolti, tra cui Livia Forte difesa dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Roberto Saccomanno, sarà presa la prossima settimana come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Avellino, sequestri confermati per il clan delle aste

La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli aveva inizialmente visto rigettato il suo ricorso contro l’ordinanza del Tribunale di Avellino, ma ha ottenuto una prima conferma sui sequestri. All’inizio di maggio, la DDA ha incaricato i militari del Nucleo di polizia economica finanziaria delle Fiamme Gialle di Napoli di notificare il decreto di sequestro, necessario dopo l’ordinanza del 27 aprile del Tribunale di Avellino, presieduto dal giudice Roberto Melone. Questa ordinanza aveva rimandato gli atti al pubblico ministero della DDA per formulare nuovi capi d’imputazione contro Nicola Galdieri, Armando Pompeo Aprile, Livia Forte, Damiano Genovese, Carlo Dello Russo, Beniamino Pagano, Gianluca Formisano e Antonio Barone.

L’ordinanza ha avuto due effetti immediati: la scarcerazione di sei degli otto imputati e la perdita di efficacia del provvedimento di sequestro dei beni emesso nel 2019. Tra i beni sequestrati ci sono 70 immobili, 26 terreni, 6 società, 3 autoveicoli e quasi 600mila euro. Con la conferma delle misure cautelari, viene avvalorata la descrizione della DDA sull’organigramma del gruppo criminale, soprannominato dal Tribunale di Avellino “clan delle aste”.

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