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“Gli avevano operato il rene sano”, Eduardo Colacicco morto a Villa Esther: tre medici a processo

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Eduardo Colacicco, originario di Avellino, è morto dopo una operazione  al rene sano a Villa Esther: tre medici sono ora sotto processo. Sono accusati di omicidio e lesioni colpose in cooperazione. La tragedia è avvenuta il 23 ottobre del 2020. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Avellino, Eduardo Colacicco morto dopo operazione: processo

Dopo un intervento chirurgico per rimuovere un tumore dall’uretere destro, il paziente viene operato sul rene sano. Questo errore si rivela fatale per Eduardo Colacicco, originario di Avellino, che è stato operato alla Villa Esther nel 2020. Tre medici – Veronica Tecce, Franca Salzillo e Mario Di Martino – sono ora sotto processo, accusati di omicidio e lesioni colpose in cooperazione, per aver causato la morte di Colacicco, avvenuta il 23 ottobre 2020 a causa di una grave insufficienza renale da idronefrosi destra, conseguente all’intervento. I consulenti nominati dalla procura di Avellino hanno avviato accertamenti peritali per esaminare la documentazione raccolta e redatta prima del decesso.

La vicenda

Il caso, risalente al 2020, riguarda una serie di errori e omissioni da parte dei medici prima dell’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto Colacicco. Questi errori hanno portato all’operazione del lato sano dell’anatomia, con conseguenze gravi per il paziente. I tre accusati sono assistiti dagli avvocati Alberto Biancardo, Alfonso Laudonia, Orlando Sasso, Fabio Tulimiero e Claudio Sgambato. L’accusa, rappresentata dall’avvocato Cristina Mancini a nome dei familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile, ha evidenziato la gravità delle omissioni e della superficialità nella diagnosi, ritenute evitabili seguendo i protocolli e le linee guida mediche. In particolare, gli errori sono iniziati già durante l’esecuzione dell’esame PET a cui Colacicco è stato sottoposto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti.

Le accuse

Secondo l’accusa, la dottoressa Franca Salzillo, responsabile del servizio di Medicina Nucleare presso la Diagnostica Medica, ha commesso un errore nel referto della tomografia a emissioni effettuata il 22 settembre 2020 presso la sede di Mercogliano. Ha indicato che l’immagine neoplastica riguardava il lato sano sinistro, anziché il lato destro, che era effettivamente colpito dalla patologia. Inoltre, il medico Mario Di Martino, durante la visita specialistica con il dottor Colacicco il 25 settembre 2020, ha trascritto l’anatomia errata nel certificato di richiesta di ricovero per nefroureterectomia. Nella fase pre-operatoria, ha anche omesso di fornire al paziente la conferma diagnostica riguardante la sede e il grado della neoplasia, che avrebbe dovuto essere effettuata tramite ulteriori accertamenti, diversi dalla PET, considerati necessari e appropriati per un paziente con sospetto carcinoma uretrale.

Il 12 ottobre 2020, la dottoressa Veronica Tecce ha commesso nuovamente un errore di trascrizione quando il paziente è arrivato presso la clinica Villa Esther. Anche in questa occasione, nella cartella clinica e nell’anamnesi patologica, ha indicato il lato sinistro, segnalando per l’ennesima volta il lato sano anziché quello affetto dalla patologia. Uno dei punti più controversi riguarda l’esecuzione della checklist di sicurezza in sala operatoria, dove il chirurgo Di Martino e il suo team hanno erroneamente indicato il lato sinistro come quello da operare. La prossima udienza è prevista per il 20 febbraio, quando sarà ascoltato il perito che ha condotto gli accertamenti sulla documentazione raccolta dopo la denuncia dei familiari della vittima.

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