Avellino: prenota una visita reumatologica alla città ospedaliera del “Moscati”, fissando data e ora, ma trova l’ambulatorio chiuso. A denunciare l’accaduto la figlia del paziente che doveva effettuare la visita.
Avellino, ospedale Moscati: trova l’ambulatorio chiuso
A raccontare la triste vicenda, come riporta il Mattino, è Rita Labruna che l’altro giorno da Montefalcione ha raggiunto Avellino convinta di uscire dalla città ospedaliera con una diagnosi sui problemi di salute del padre. “E quando siamo entrati non ci hanno misurato nemmeno la temperatura“.
Il caso
“Verso la fine di aprile ho chiamato al Cup per capire se con l’inizio della cosiddetta fase 2 dell’emergenza coronavirus, le attività ambulatoriali sarebbero riprese. Anzi, ho chiesto in primis se fosse possibile un consulto in intramoenia per velocizzare i tempi, ma mi hanno detto che l’attività libero-professionale era sospesa perché la palazzina è adesso dedicata alla cura dei contagiati“.
La visita ambulatoriale
Allora la richiesta di una visita ambulatoriale: “La prima data utile per Reumatologia era a ottobre, ma poi l’operatore mi ha comunicato che ne era stata disdetta una per lunedì scorso alle 17. La mattina, quindi, mi sono recata presso il Cup fisico al piano terra della città ospedaliera come mi era stato detto di fare dall’operatore durante la telefonata. Lì ho fatto timbrare la ricetta del mio medico con la richiesta di visita specialistica e ho chiesto se potevo accompagnare mio padre in reparto“.
La triste scoperta
Il ritorno a casa e nel pomeriggio di nuovo al “Moscati”: “Sì, ci siamo recati in ambulatorio alle 17 in punto, ma dopo aver incontrato una dottoressa e aver chiesto informazioni abbiamo scoperto che l’ambulatorio era chiuso.Ci hanno spiegato che devono prima smaltire le urgenze di due mesi arretrati, quindi la direzione ha disposto di non riaprire le prenotazioni“.
Allora perché è stata accetta la visita? “Me lo chiedo anche io. Il tempo di ognuno di noi è prezioso e soprattutto non si possono umiliare così le persone, i cittadini, che hanno bisogno di cure“.
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