Oggi, 29 dicembre 2022 alle ore 17:30 presso il Circolo della Stampa di Avellino sarà inaugurata la mostra personale, Le orme sull’acqua – Prophetia, dell’artista e attivista per l’ambiente, Gilda Pantuliano, alias Fluida, alla presenza della Dott.ssa Gea Palumbo, docente di Storia e Iconografia all’Università Roma Tre e direttrice del Museo Calmana, che presenterà il libro, Quadrilli. Le donne e la religione delle cose nell’isola di Procida e al di là dei suoi confini.
La serata, introdotta dal Dott. Fiorentino Vecchiarelli, docente di Storia all’Università di Barcellona e presidente dell’Accademia dei Dogliosi di Avellino, vuole essere un omaggio all’isola di Procida, la cui storia ricca di tradizioni, è stata fonte di ispirazione per la ricerca artistica della salernitana. Le fotografie alle reti da pesca scattate al borgo di Marina di Corricella sono il fulcro di una serie di lavori, che dall’anno 2013, si contraddistinguono in collage digitale e tecnica mista, obiettivo della salernitana è denunciare l’abbandono in mare delle reti, e le nefaste conseguenze al fragile ecosistema marino. Tale ricerca, per la dichiarata volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica ai problemi ambientali, si inserisce a pieno titolo nel movimento della Ecological Art, indagine variegata e complessa, quella di Gilda, da offrire diverse chiavi di lettura.
Protagonista della serata sarà Procida, luogo fisico, ma anche simbolico, al quale la Pantuliano è legata da una vecchia storia d’amore sbocciata nell’ultimo decennio del Novecento. Territorio che rappresenta per l’artista un microcosmo fatto di natura da preservare, ritualità, usanze legate al mondo della pesca, religiosità e tradizioni popolari come quella dei Quadrilli, che affonda le sue radici nel culto millenario della Madonna Iconavetere, patrona di Foggia, giunto sull’isola napoletana con Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Una tradizione tanto controversa quanto affascinante da diventare per Fluida fonte di ispirazione, i suoi lavori, esposti precedentemente a Procida e a Salerno, saranno presentati ad Avellino, dove il racconto della Dott.ssa Palumbo svelerà la ” Prophetia” tutta al femminile, la “religione delle cose“, tradizione quasi sconosciuta ai non isolani, tramandata gelosamente da donna in donna nella segretezza delle proprie abitazioni, fatta di oggetti che si possono toccare e trasportare di nascosto per poi essere mostrati furtivamente ad altre donne ( proprio come narrano le cornici consumate in alcuni punti, degli antichi Quadrilli).
La Pantuliano propone i suoi Quadrilli che, se da un lato esaltano la tradizione nella composizione formale con oculo centrale circoscritto da una corona da cui si diramano ricami simmetrici, e nella struttura con velo nero e superficie specchiante, dall’altro si differenziano per l’ausilio di un linguaggio fortemente contemporaneo, tradotto graficamente in criptici “ricami digitali”, raffigurazioni astratte caratterizzate da grovigli di linee serpeggianti multicolore – le foto dei fili delle reti da pesca – apparentemente disposti in modo caotico ma, in realtà, regolati da assi di simmetria che mutano in rotta di navigazione per il fruitore, verso spazi permeati da horror vacui.
Varie e colte le citazioni che si scorgono osservando i Quadrilli e gli altri lavori della serie Le orme sull’acqua, come la tradizione di origine islamica del ricamo, che nel Settecento sull’isola, si affina ad opera di maestranze artigiane locali traducendosi poi nel raffinato decoro “a cocciole“, il ricamo di cordoncini d’oro zecchino dello splendido Costume Procidano, l’ὀφθαλμός, che l’artista intende sia come l’occhio apotropaico posto sulle prue delle navi col compito di proteggere l’imbarcazione e il suo equipaggio dalla malasorte ( trasformato poi in Occhio di Cubia), che come Inneres auge, l’occhio interiore congiunto alla veggenza. Nei lavori ispirati ai Quadrilli, esso coincide con l’ovale contenente un frammento di velo nero che, secondo la tradizione, era un lembo del manto della Madonna Iconavetere. Un occhio nel quale si specchiavano gli occhi delle donne procidane, chiamate le “lettrici“, ovvero, suore laiche che leggevano il presente ignoto ad altre donne, diventate perno della società dell’isola a stampo matriarcale, data l’assenza di uomini (imbarcati per lunghi periodi).
Un viaggio per immagini tra le intime pieghe della storia procidana, accompagnato dal pensiero della dott.ssa Palumbo e dalla lettura alle opere esposte della Prof.ssa Ilde Rampino, scrittrice e poetessa, una sinergia tutta al femminile tra forme, testi e documentazione.
L’evento è patrocinato dal comune di Procida, Procida 2022 Capitale Italiana della Cultura, Accademia dei Dogliosi, Museo delle Donne del Mediterraneo Calmana, Pro Loco Abellinum Civitas Selleczanum.
di Nunzia Giugliano