Vita, passioni e volti di uomini e donne alle falde del Partenio. Tutte le interviste ai “Personaggi d’Irpinia” raccolte in una rubrica. Il protagonista di oggi è Bruno Musto.
Chi è Bruno Musto
Bruno Musto nasce ad Atripalda, uno dei Paese Irpini più vicini al Capoluogo, il 27 Marzo 1943. Sposato, padre e nonno, dal 1973 lavora con l’autoscuola ACI, ha visto nella sua lunga carriera, talmente tanti giovani che gli è impossibile quantificarli, anche se ha fatto del suo lavoro talmente una passione che ad un certo punto ha iniziato a collezionare le foto dei suoi allievi. Un uomo che ha dedicato la sua vita ai ragazzi, non solo per la passione nel far diventare maturi gli adolescenti che al raggiungimento della maggiore età prendono la patente, ma sopratutto insegnando loro l’educazione civica e il rispetto, «I ragazzi imparano e ascoltano, quando tu definisci un ruolo di rispetto e di comando, e con i segnali stradali puoi insegnargli il rispetto per la vita, la loro e quella degli altri».
L’intervista
Come sono cambiati i giovani nel tempo?
«I giovani, oggi, non sono più giovani, mancano di rispetto e gratitudine verso un adulto e verso la vita proprio. Hanno fretta, corrono come se tutto dovesse essere a portata di mano, semplici e superficiali, non sono attenti né alle parole né ai fatti che capitano. Prima erano, non più educati ma più grati e riverenti verso chi è più adulto. Oggi non hanno il senso della vita vera, è tutto rapportato al loro mondo virtuale, dove basta premere un pulsante e puff, si ottiene ciò che si cercava. Bisogna tornare un attimo indietro nella loro educazione, fargli capire la realtà vera, quella quotidiana, che è completamente differente da quella dietro una tastiera. Vorrei dire ai genitori di fare non uno, ma diecimila passi indietro, ricordarsi quando loro avevano 18 anni e tramandare ai ragazzi i valori e le attitudini al rispetto che i loro genitori, nonni gli hanno insegnato e lasciar andare un poco la superficialità di questo mondo moderno, perché porta a solo a rendere i nostri giovani poveri di spina dorsale».
Avellino, città complessa e poco benevola, lei come l’ha percepita nel tempo?
«Avellino, per me è giusta , ma io ho un’età in cui non penso più a formarmi o a crescere professionalmente. In pochi anni hanno chiuso alcune delle attività commerciali più storiche della città, cosa posso dirle, siamo alla frutta davvero. Mi preoccupo molto per questi giovani che vanno in altri Paesi, lasciando vuoti immensi, se restiamo solo noi di una certa età, presto diventeremo una casa di cura a cielo aperto. Le amministrazioni dovrebbero dare spazi, fondi, possibilità di crescita e svago a questi ragazzi. Invece ognuno pensa a riempire il proprio sacco. Attività chiuse, cantieri aperti da anni, grandi opere incompiute per superficialità comunali. Insomma si dovrebbe ritornare indietro apprendere dal passato e creare un futuro più reale e meno virtuale».
Un irpino puro sangue il Signor Musto, dedito al lavoro, alla sua famiglia, tenace nel cercare di non abbandonare una città ferita nell’orgoglio e nel silenzio omertoso di chi comanda e ruba. Un uomo d’altri tempi, non solo nell’aspetto, ma nel cuore, pieno di voglia di continuare a lottare dalla sua postazione privilegiata, nel rapporto con la gioventù, e pieno, ancora di passione da tramandare e far rispettare.
A cura di Elizabeth Iannone
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