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Avellino, truffa milionaria sui fondi Covid: 4 arresti

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Foto generica
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Truffa milionaria sui fondi Covid alle società ad Avellino: sono quattro gli arresti eseguiti nella giornata odierna, martedì 7 novembre, dai finanzieri. Si tratta di due professionisti e due con funzioni di prestanome.

Truffa milionaria sui fondi Covid alle società ad Avellino: 4 arresti

I finanzieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure personali nei confronti di quattro soggetti, due professionisti e due prestanome (i primi in carcere e gli altri agli arresti domiciliari). Inoltre, è stato eseguito il sequestro preventivo per un ammontare complessivo di €1.190.968,00, in relazione ai reati di truffa continuata in danno di ente pubblico, riciclaggio, autoriciclaggio e falso in bilancio.

Le indagini

L’odierno provvedimento costituisce l’epilogo di investigazioni eseguite dai finanzieri nell’ambito delle quali sono stati acquisiti elementi gravemente indiziari nei confronti dei due professionisti irpini i quali, avvalendosi di 4 società e di due prestanome compiacenti, nel 2021, avevano indebitamente beneficiato delle misure di sostegno economico destinate a soggetti colpiti dall’emergenza Covid. Tali misure hanno consentito all’Agenzia delle Entrate di erogare direttamente agli operatori economici contributi a fondo perduto, determinati applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019.

In particolare le indagini hanno consentito di ritenere che i due professionisti avevano posto in essere un articolato sistema di frode al fine di ottenere il beneficio in questione attraverso la presentazione di istanze, da parte delle società coinvolte, nelle quali veniva dichiarata falsamente una flessione mdia mensile del fatturato tra gli anni 2019 e 2020 che ha consentito poi di percepire illecitamente contributi per un importo complessivo pari ad euro 1.190.968,00.

Gli accertamenti hanno permesso, altresì, di accertare che le società coinvolte a supporto delle istanze, avevano presentato dichiarazioni integrative fiscali ai fini IVA ed Imposte Dirette, in rettifica di quelle originariamente presentate per gli anni d’imposta 2019 e 2020, nelle quali avevano riportato dati non veritieri, indicando, per ogni società, un volume d’affari di circa 9 milioni di euro per dimostrare fittiziamente una flessione media del fatturato di circa 750 mila. All’atto del controllo da parte dei finanzieri non veniva acquisita e reperita documentazione fiscale, amministrativo e contabile che dimostrasse il fatturato indicato nelle predette dichiarazioni integrative.

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