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Bonifiche, il piano regionale per l’Irpinia

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AVELLINO. Il Piano Regionale bonifiche, varato 5 anni fa, è stato aggiornato e approvato dalla giunta De Luca lo scorso 28 dicembre. Sono 13 i procedimenti conclusi. Si tratta per lo più di aree che, dopo indagini preliminari, si sono rivelate non bisognose di bonifica. Sono invece 28, i siti da ripulire. Tra questi, il più celebre è l’ex Isochimica, contaminato da metalli, amianto, idrocarburi, alifatici clorurati cancerogeni e sommatoria di organoalogenati.

 

Gli interventi

 

A Borgo Ferrovia, dove è situata l’Isochimica, è già cominciata la rimozione di silos e cubi. L’opera di bonifica dovrebbe concludersi in duemila giorni di lavoro. A pochi metri di distanza, non bisogna dimenticare l’impianto di tritovagliatura rifiuti Stir di Pianodardine, che essere bonificato, perché contaminato da fonte esterna, da metalli, inorganici e alifatici clorurati cancerogeni. Nei prossimi mesi si passerà alla decontaminazione. Discorso ancora aperto per Piazza Castello, nel capoluogo, dove l’area è stata messa in sicurezza dopo il ritrovamento di metalli e idrocarburi nel sottosuolo. Decine di ex discariche comunali, poi, sono state sottoposte ad analisi di rischio o messa in sicurezza: si va da Andretta a Casalbore, da Frigento a Marzano di Nola, fino a Monteforte e Montefredane. Discorso a parte riguarda le aree ‘potenzialmente’ contaminate e, quindi, attenzionate, ma senza un profilo definito. In Irpinia, se ne contano 11, molte di più sono le aree del bacino del Sarno. Le prossime indagini approvate dal Piano Regionale bonifiche, come riportato dal quotidiano Il Mattino, riguarderanno 57 suoli in provincia di Avellino.

 

Articolo a cura di Rosa Melillo

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