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Perché c’è bufera sulla lotteria degli scontrini

Il fenomeno dell’evasione fiscale è un problema strutturale che danneggia economia e società. Annualmente il Ministero dell’Economia e delle Finanze presenta, insieme alla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, un “Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell’evasione fiscale”, dove sono indicate le strategie per il contrasto dell’evasione, i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi attesi, evidenziando ove possibile, il recupero di gettito fiscale stimato in base ai versamenti tributari fatti nei periodi precedenti.

Una lotteria potrebbe non bastare

Dall’ultima versione risulta che l’evasione cala in Italia, nel 2018 il tax gap si è ridotto di 5 miliardi rispetto al 2017. L’ammontare evaso è pari in media a circa 107 miliardi di euro l’anno. Per questo il governo ha deciso di mettere in campo delle azioni di incentivo all’uso della moneta elettronica, che da una parte incentivi compratori e venditori a non fare compravendite “in nero” e dall’altra renda più facile tracciare le transazioni.

Così è stata deliberata l’istituzione della “lotteria degli scontrini”: strategia basata sulla gamification, per cui ogni ricevuta di pagamento fatto con carte elettroniche darà diritto ad un biglietto virtuale della lotteria con premi in denaro. Interventi basati sulle tecnologie, che si allineano alla stretta fiscale di vari altri Paesi come l’India, il Kenya e la più vicina Spagna.

Il Paese iberico è impegnato, come l’Italia, in un’azione di induzione della popolazione a usare di più i pagamenti elettronici per controllare meglio il flusso di denaro, ma anche per ridurre le occasioni di trasmissione del virus. Stando a Candela Gómez, che scrive per la sezione “Tecnologia e gadgets” del sito ReviewBox.es: “La Spagna è uno dei Paesi leader nell’uso della tecnologia contactless. Infatti, una delle principali banche spagnole sta promuovendo questo metodo di pagamento attraverso wearable come smartwatch e braccialetti elettronici”.

Le criticità sono molte

La nostra lotteria degli scontrini è finalmente partita all’inizio di febbraio, dopo che si fece un gran parlare sul finire del 2020 per il suo avvio previsto per il 1 gennaio 2021, ma le polemiche continuano. Innanzitutto la generazione del codice di partecipazione aggrava il lavoro degli esercenti anche su acquisti di modico valore e aumenta il tempo di permanenza del cliente nel punto vendita, contrariamente alle pratiche anticontagio. Poi non sono ammissibili i pagamenti fatti in e-commerce e nemmeno quelli misti, con buoni sconto o buoni pasto: il risultato è che il consumatore dovrà scegliere se rinunciare al buono o alla lotteria, oppure chiederà di farsi fare doppio scontrino, uno con il buono e l’altro senza.

Ultimo ma non ultimo il ritardo tecnologico nell’aggiornamento dei registratori di cassa e  del digital divide, che rende difficile trasmettere i corrispettivi via Internet. Insomma, un costoso tentativo di sottrarre il più possibile i flussi monetari all’economia sommersa.

Proprio quell’economia che fa la fortuna di chi appartiene all’antistato, rappresentato dalle potenti famiglie della camorra di Avellino che sono sempre più orientate al riciclaggio in attività imprenditoriali alla luce del sole.

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