Quali sono famiglie e clan di camorra più potenti ad Avellino e provincia? A rispondere è la Direzione Investigativa Antimafia che nelle scorse ore ha pubblicato, sul sito del Senato della Repubblica, la relazione semestrale presentata dal Ministro dell’interno e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del II semestre del 2021.
LA RELAZIONE COMPLETA SULLA CAMPANIA
L’analisi è realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e conferma, ancora una volta, che il modello ispiratore delle diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a eclatanti manifestazioni di violenza ed è, invece, rivolto verso l’infiltrazione economico-finanziaria. Ciò appare una conferma di quanto era stato già previsto nelle ultime Relazioni ed evidenzia la strategicità dell’aggressione ai sodalizi mafiosi anche sotto il profilo patrimoniale tesa ad arginare il riutilizzo dei capitali illecitamente accumulati per evitare l’inquinamento dei mercati e dell’Ordine pubblico economico.
Camorra, famiglie e clan più potenti ad Avellino e provincia: la relazione 2021
Storicamente nell’avellinese le presenze criminali si sono concentrate in specifiche e delimitate zone della provincia con una conformazione a macchia di leopardo che interessa particolarmente la città di Avellino, l’area confinante con il Nolano in particolare il Vallo di Lauro e la Valle Caudina a cavallo tra le province di Avellino e Benevento.
Ad Avellino città e nei comuni confinanti il clan Genovese anche detto “del Partenio” nel tempo a causa di decessi e detenzioni dei vertici storici ha visto mutare la propria fisionomia fino alla costituzione del nuovo gruppo denominato Nuovo Clan del Partenio o Clan del Partenio 2.0, peraltro anche questo disarticolato dalle indagini del 2019 (operazione “Partenio 2.0”) e del 2020 (operazione “Aste ok”). Nell’ambito del procedimento penale relativo a quest’ultima inchiesta il 14 settembre 2021 il Tribunale di Napoli ha disposto il rinvio a giudizio degli indagati ritenendoli responsabili tra l’altro di associazione di tipo mafioso, turbativa d’asta ed estorsione. È stato invece derubricato il reato di scambio elettorale politico-mafioso.
Nell’area permangono gruppi criminali minori tra loro in contrasto per il controllo delle attività illecite soprattutto delle piazze di spaccio. Nel Vallo di Lauro è storica la contrapposizione tra i sodalizi dei Cava e dei Graziano per il controllo del territorio e dei traffici illeciti.
Per quanto riguarda la Valle Caudina la zona è storicamente egemonizzata anche nel versante ricadente nella provincia di Benevento dal clan Pagnozzi il quale però nel tempo ha spostato interessi principali e vertici nella città di Roma fino a essere considerato dalla magistratura capitolina a tutti gli effetti un clan stanziale nella Capitale grazie anche alle alleanze pregresse con potenti sodalizi campani in particolare i Senese articolazione romana del clan Moccia e i Casalesi.
Perdura la gestione commissariale nel Comune di Pratola Serra sciolto per infiltrazione mafiosa il 22 ottobre 2020 per la quale è stata richiesta una proroga con scadenza prevista per l’aprile 2022. Il provvedimento aveva tenuto conto degli esiti di attività investigative mirate che avrebbero confermato una pericolosa permeabilità a condizionamenti della criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica, compromettendo il buon andamento dell’a-zione amministrativa. Nel dettaglio gli accertamenti esperiti avrebbero rilevato l’esistenza di una complessa rete di amicizie, frequentazioni e cointeressenze tra amministratori comunali, dipendenti dell’ente e soggetti appartenenti o contigui ai clan camorristici.
Un grave atto intimidatorio è stato invece rivolto il 20 settembre 2021 al primo cittadino di Monteforte Irpino al quale è stata recapitata una lettera anonima contente un proiettile e una missiva con minacce dirette a lui e alla sua famiglia.