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Caso estorsione in Valle Caudina: assolto Caliendo, D’Onofrio colpevole

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SAN MARTINO VALLE CAUDINA.  Assolto con con formula piena Clemente Caliendo , difeso dall’avvocato Valeria Verrusio del Foro di Avellino, mentre è stato condannato a quattro anni di reclusione Vincenzo D’Onofrio. I due erano accusati di estorsione finalizzata a rafforzare il clan camorristico Pagnozzi operante in ValleCaudina. Le richieste di condanna formulate la scorsa udienza dal Pm della Direzione Distrettuale Antimafia, Lucchetta, erano state particolarmente pesanti: 6 anni di reclusione per il primo e 10 anni per il secondo. Secondo l’ipotesi accusatoria, i malviventi avrebbero costretto due imprenditori caudini a consegnare loro somme di denaro come contropartita di un interessamento presso alcuni rivenditori della zona per ottenere la rinuncia ad un credito assunto per la gestione di un supermercato di Airola.

 

I fatti

 

A seguito delle prime indagini, il 7 maggio dello scorso anno, D’Onofrio era stato tratto in arresto ad Airola subito dopo aver intascato una busta contenente una “mazzetta” di 500 euro in banconote ritrovate nei suoi calzini nel corso della perquisizione personale. Dalle più recenti investigazioni era emerso che D’Onofrio, per intimorire le vittime dell’estorsione, si era servito della presenza e della fama di Caliendo, esponente di spicco del Clan Pagnozzi già noto alle forze dell’ordine.

All’alba del 4 novembre 2016, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Montesarchio avevano dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Gip di Napoli, traendo in arresto Clemente Caliendo, 58enne di San Martino Valle Caudina e Vincenzo D’Onofrio, 48enne di Arpaia. Il 21 novembre, il Tribunale del Riesame di Napoli, condividendo le argomentazioni della difesa di Caliendo -l’avvocato Valeria Verrusio – aveva disposto la perdita di efficacia della misura della custodia cautelare in carcere. Il 24 novembre scorso, dopo soli tre giorni di libertà, Caliendo veniva colpito da un nuovo ordine di cattura, disposto sempre su richiesta della Dda di Napoli. A seguito di un’ulteriore richiesta di riesame presentata dalla penalista irpina Verrusio, il Tribunale della Libertà si era nuovamente pronunciato annullando integralmente l’ordinanza di custodia in carcere emessa nei confronti di Caliendo.

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