Ricordate la chiusura di alcuni reparti del Landolfi, qualche settimana fa? Ricordate che il motivo “ufficiale” fu lo spostamento del personale per dare man forte ai colleghi impegnati con i pazienti covid – 19? Niente di tutto questo, a quanto pare la ragione del provvedimento sarebbe un’altra.
In un’intervista a Il Mattino un medico dell’ospedale Landolfi di Solofra ha parlato della trafila senza senso che ha dovuto affrontare per poter ottenere il tampone, e delle “intimidazioni” nei suoi confronti per la decisione di mettersi in auto isolamento.
Coronavirus, tampone ad un medico del Landolfi di Solofra
Protagonista di questa storia è un medico internista, specialista in malattie infettive, che lavora nel reparto di Medicina interna, e nel Pronto Soccorso, del “Landolfi” di Solofra.
I sintomi
I primi sintomi, secondo il suo racconto, già il 19 marzo, ma il dottore è riuscito ad ottenere il tampone solo giovedì scorso. Come è stato possibile? Ottusità e burocrazia? Probabile.
Segnalazioni a vuoto
Avvertiti i sintomi, il medico la comunicato la sua condizione, con annessa richiesta di controllo, tramite una Pec, indirizzata al Moscati e al Sep (Servizio di epidemiologia e prevenzione), ma a quanto pare nessuno ritenne necessario effettuare il tampone, ma il dottore ha scelto di bypassare la burocrazia e si è messo in auto isolamento preventivo, proprio per evitare che per gli errori di altri fossero i pazienti a pagare.
Il contagio
L’uomo era stato a contatto, giorni prima della comparsa dei sintomi, con un dipendente della struttura risultato poi positivo. Ma i medici della sorveglianza hanno definito illegittima la sua decisione di auto isolarsi. Lui non ha voluto sentire ragioni, e ha scelto l’unica cosa da fare, per proteggere sè stesso e gli altri.
Finalmente il controllo
Dopo l’invio di altre richieste, sempre tramite Pec, la situazione si è sbloccata. È paradossale la motivazione che ha dato il medico competente per non aver effettuato subito il tampone come richiesto “Non vigeva alcuna reale necessità, se non quella di dare soddisfazione a un medico visionario e ansioso”.
Coincidenze
Ebbene l’ansia di questo medico, a quanto pare, ha salvato parecchie vite. In concomitanza con la decisione del medico di autoisolarsi, dai piani alti arriva la decisione di spostare il personale nelle unità operative di Medicina interna e di Chirurgia generale per lasciare spazio ai pazienti trasferiti da Avellino.