CRONACA. Il Movimento 5 Stelle chiede la nomina di un commissario ad acta al Ministero dell’Ambiente e denuncia, con un esposto alla Procura, l’omissione di controlli da parte dell’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Campania) sugli scarichi delle acque reflue.
Denunciata Arpac: «Non dice la verità»
«L’Arpac non tutela i cittadini. Abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica per segnalare che non risultano eseguiti controlli sugli scarichi delle acque reflue dal 2014 al 2016 per la verifica del rispetto dei limiti previsti per gli impianti di depurazione sia nella provincia di Avellino che di Salerno». È la denuncia di Maria Muscarà consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Campania che dichiara: «La nostra denuncia arriva proprio oggi anche all’attenzione dell’Europa con l’interrogazione dell’europarlamentare M5S Piernicola Pedicini sulla gestione delle acque reflue per capire, a prescindere dalle eventuali sanzioni derivanti dalla procedura d’infrazione, quali azioni la Commissione intende attivare per far sì che la Regione Campania ottemperi ai suoi obblighi».
Salerno e Avellino, maglia nera. Anzi, acque nere
«Alle Procure delle cinque province campane – spiega la consigliera del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà – abbiamo chiesto di accertare eventuali profili d’illiceità penale dei fatti indicati: non è possibile tutelare i cittadini se il numero di controlli eseguiti è inferiore al minimo previsto dalla norma. Una mancanza gravissima laddove la rete fognaria riceva anche scarichi di acque reflue industriali, e il numero di prelievi effettuati non risulta a norma con la normativa italiana e tanto meno con le disposizioni comunitarie in materia».
«L’omissione dei controlli da parte dell’Arpac si verifica esclusivamente per gli scarichi dei depuratori presenti nelle province di Avellino e Salerno – segnala Muscarà – mentre dai dati pubblicati dalla stessa Arpac risulta che nelle province di Napoli e Caserta i controlli per la verifica del rispetto dei limiti previsti sono regolarmente eseguiti, con la frequenza prevista dalla normativa. L’Arpac non fornisce alcuna spiegazione in merito a questa discrepanza e all’omissione nei controlli».
L’esposto in Procura
Nell’esposto si evidenzia che gli scarichi degli impianti di depurazione «si immettono tutti in corsi d’acqua superficiale o direttamente a mare, come indicato dagli stessi documenti pubblicati dall’ Arpac. Il mancato rispetto dei limiti tabellari degli scarichi provoca certamente l’inquinamento dei ricettori, con conseguenze sia sull’ambiente che sulla salute dei cittadini». Poi spiega nel dettaglio la situazione di Salerno.
Commissario ad acta per l’Arpac
«Al Direttore Generale della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque del Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in indirizzo – conclude – chiediamo di avviare la procedura per l’attivazione dei poteri sostitutivi del Ministro dell’Ambiente nei confronti della Regione Campania, attraverso la nomina di un commissario ad acta, al fine di garantire la corretta esecuzione dei controlli previsti dalla normativa e il rispetto degli obblighi comunitari».
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