Doppio agguato ad Avellino: spunta la pista passionale dietro il ferimento di Luigi Valente, il 19enne di Capocastello figlio del boss Carmine soprannominato Caramella, e Ezio Peluso, noto come O’ Topone. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Doppio agguato ad Avellino, spunta la pista passionale
Spari in città: i due episodi risultano interconnessi. Alla base dei ferimenti ci sono dinamiche sentimentali, intrecciate con traffici illeciti. Chi ha puntato l’arma contro Luigi Valente, il 19enne di Capocastello figlio del boss Carmine soprannominato “Caramella”, e contro Ezio Peluso, noto come “O’Topone”, ha voluto inviare un messaggio forte, di controllo e dominio sul territorio, ma anche esprimere risentimento per comportamenti e atteggiamenti ritenuti inaccettabili nelle relazioni tra diverse famiglie.
È quindi probabile che dietro gli spari si nasconda non solo un tentativo di riorganizzazione della criminalità locale, ma anche questioni di natura passionale che hanno innescato conflitti più ampi. Nel frattempo, le indagini stanno procedendo a un ritmo sostenuto. I militari dell’Arma stanno esaminando un’enorme quantità di dati, in particolare le targhe dei veicoli transitati nei due luoghi in cui si sarebbero verificati gli eventi: lungo il prolungamento di Rione Mazzini, strada che collega a Rione San Tommaso, dove Luigi Valente è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco mentre si dirigeva dalla fidanzata, e ad Atripalda, dove Ezio Peluso, 41enne di Parco Castagno con precedenti per evasione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è stato colpito alla gamba mentre stava salendo sulla sua Fiat Panda.
Le indagini
Gli investigatori stanno esaminando tutte le targhe delle auto che sono passate nelle aree in cui si sarebbero verificati gli agguati, secondo quanto riportato dai due feriti subito dopo l’accaduto. Le targhe saranno confrontate con i dati delle celle telefoniche relative agli orari in cui Luigi Valente ed Ezio Peluso sono stati colpiti, a distanza di quarantotto ore l’uno dall’altro. Saranno analizzati anche i traffici telefonici, inclusi sms e chiamate in entrata e in uscita effettuate subito dopo gli attacchi avvenuti in città. Dall’analisi di questi elementi potrebbero emergere importanti spunti per le indagini. Inoltre, al momento sembra che nessuno abbia visto o sentito nulla negli orari indicati dalle due vittime e nelle zone segnalate come i luoghi in cui sono stati utilizzati i fucili: una pistola calibro 7.65 per colpire Luigi Valente e una pistola calibro 22 per avvertire Ezio Peluso.
I risultati dello stub
Si attendono i risultati dello stub effettuato su Ezio Peluso, giunto in ospedale con una ferita da arma da fuoco. I rilievi sono stati condotti presso l’ospedale Moscati di Avellino, alla presenza del suo avvocato Gerardo Santamaria, da parte degli esperti della scientifica della questura di Avellino. Gli accertamenti saranno poi trasferiti ai militari dell’Arma del nucleo investigativo, dopo la riunione dei due episodi e l’apertura di un unico fascicolo d’indagine affidato ai pubblici ministeri Teresa Venezia e Paola Galdo. Si sta indagando anche sulle due ogive estratte dai corpi di Ezio Peluso e Luigi Valente (incensurato), che saranno sottoposte a un esame balistico. Inoltre, i carabinieri del nucleo investigativo di Avellino stanno analizzando le immagini di videosorveglianza, già acquisite, nelle aree in cui si sono verificati i due agguati.
L’interrogatorio
I due feriti da colpi d’arma da fuoco, interrogati subito dopo l’accaduto dagli inquirenti, hanno confermato di non aver notato nulla prima di essere colpiti. Non sono stati in grado né hanno voluto fornire informazioni utili per identificare gli autori degli attacchi. Hanno dichiarato di non aver visto chi ha sparato e di non aver notato veicoli sospetti. Le indagini sono focalizzate a verificare l’affidabilità delle loro dichiarazioni, poiché entrambi sono arrivati al pronto soccorso del presidio ospedaliero di contrada Amoretta con ferite da arma da fuoco, tanto da necessitare di interventi chirurgici.
È necessario verificare se e quando Ezio Peluso si trovasse ad Atripalda al momento in cui è stato colpito da un proiettile, mentre stava salendo sulla sua auto, attualmente sotto sequestro e in possesso delle autorità. Secondo quanto riferito agli inquirenti, Peluso avrebbe dichiarato di essere ad Atripalda per fare una passeggiata, ma le indagini potrebbero rivelare ulteriori dettagli, grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza attive in diverse aree della città.