Per essere precisi costa 28,4 miliardi il dissanguamento per la “cattiva finanza”. Cose che potrebbero sembrare lontane dal quotidiano di chi legge – e di chi scrive – ma che in verità mettono a repentaglio 180mila posti di lavoro. L’imprenditoria, poi, tende ad essere scoraggiata dai furti – in aumento – e dalla concorrenza sleale, nello specifico abusivismo e contraffazione. L’indagine Confcommercio GfK Italia non edulcora la situazione e conferma che non pochi commercianti hanno subito intimidazioni col fine di estorsione (Sud 16%, Nord 4%).Se può definirsi positivo, aumentano le denunce e, ovviamente, gli investimenti nella vigilanza (che spesso pare essere quasi “obbligata”) e in assicurazioni.
Se ne è parlato nell’appuntamento annuo “Legalità, mi piace!”, a cui ha presenziato il ministro dell’Interno Minniti. Ha spiegato Minniti che «la sicurezza è un prerequisito per le politiche di sviluppo» e si è detto dell’idea di doversi investire nella sicurezza senza scadere nella militarizzazione che, ha detto, offuscherebbe la bellezza del Paese.
Un intervento, il suo, che ben si sposa ai dati di Confcommercio: i “costi della criminalità” tra assicurazioni, spese difensive, ferimenti e cyber criminalità, soffocano l’economia. È almeno un terzo degli imprenditori che dichiara un peggioramento dei livelli di sicurezza per sè e la propria attività: dati che si accentuano nel Centro Italia. Uno su quattro ha avuto esperienza diretta con la criminalità: questo aspetto della “cattiva finanza” si accentua nei grandi centri del Mezzogiorno dove quasi il 70% ha ricevuto minacce o intimidazioni mentre poco meno della metà degli imprenditori del Sud ha subito danneggiamenti a cose.
In Campania è poco meno del 40% sul totale degli imprenditori a sottomettersi alle estorsioni.
Stato assente, pene non certe
La quasi totalità degli imprenditori sarebbe molto più tranquillo se vi fosse “maggiore certezza della pena” ma ritengono che la normativa sia totalmente inefficace a contrastare il crimine e spera nell’inasprimento delle pene. Sono 4 su 5 a pensare che non si scontino realmente le pene per i reati commessi. Per fortuna sono solo pochi a credere che dotarsi di un’arma possa garantir loro una maggiore sicurezza.