Inquinamento ad Avellino, il problema delle polveri sottili non è iniziato certo due mesi fa, è una questione che affligge il Capoluogo irpino da anni. Ogni amministrazione ha dovuto farci i conti, ma adesso è arrivato il momento di fare i conti davanti alla giustizia.
Inquinamento ad Avellino, gli ex sindaci Galasso e Foti dovranno rispondere di omissioni in atti d’ufficio
Gli ex sindaci Paolo Foti e Giuseppe Galasso sono stati ascoltati ieri mattina durante una lunga udienza nelle aule del trubunale di Avellino. Entrambi hanno dovuto rendere conto della loro condotta in merito alla gestione dell’inquinamento ad Avellino, con riferimento in particolare al problema della concentrazione delle polveri sottili nell’area di Piazza Kennedy.
La denuncia
L’esposto alla Procura è partito da Legambiente e dal comitato “Cittadini di Piazza Kennedy”, che si sono costituiti parte civile contro i due ex sindaci che, a detta dell’accusa, non avrebbero provveduto ad adottare misure adeguate per contrastare le emissioni di pm10, non tenendo sotto controllo i continui sforamenti registrati dalle centraline della città.
Nello specifico, le accuse si riferiscono agli sforamenti registrati, segnalati, e puntualmente ignorati, tra il 2009 e il 2013, dopo le registrazioni raccolte dalle centraline ambientali di via Colombo e via Scandone.
Le replica dei due ex sindaci
Galasso e Foti hanno dato una loro versione della questione, adducendo come prove tutte le ordinanze emanate durante i loro mandati.
Galasso, in particolare, ha sottolineato i controlli, durante la sua amministrazione, su caldaie e caminetti, con una campagna contro la bruciatura delle stoppie e diverse domeniche ecologiche.
Secondo Galasso, quello che è stato fatto durante la sua gestione era tutto il possibile, vantando anche la mancanza totale di sforamenti nel 2012.
Foti, dal canto suo, ha fatto eco al collega, aggiungendo che durante la sua gestione fu ripristinato il doppio senso di marcia lungo via Carducci.
La prossima udienza è stata fissata per il 21 giugno.