AVELLINO. Con la rubrica dal titolo “Lettere dal passato” ricostruiamo il passato dell’Irpinia, mettendo insieme testimonianze vere e tangibili. Un viaggio nei meandri del passato irpino attraverso una ricerca storica di lettere scritte dai nostri compaesani custodite all’Archivio di Stato di Avellino.
Nel cielo oscurato dalla guerra un Caporale ci ricorda il dolore della lontananza alla Terra Natia
La lettera di un caporale in guerra
“Caro fratello, il cielo è testimone di questo mio dolore, dispiacere. Penso un figlio. Questo cielo buio soffre amarezza e tormenti disperati. Vorrei abbracciarvi di coraggio ma non posso ho troppe lacrime mi ha abbagliato la vista. Caro fratello non vorrei altro che una risposta per potermi consolare e tornare a casa”. (stralci della lettera del caporale).
Questa lettera è stata ritrovata presso l’Archivio di Stato di Avellino, tra frammenti di documenti senza una specifica collocazione. Il caporale scrive malinconico e triste di un aspetto di una guerra che vede armi, fuoco, morte e oscurità nella e sulla pelle. Parla di uomini che non dimenticano di esserlo anche davanti alla rabbia fatta uomo, la guerra. Ci immalinconisce nella sua missiva quel cielo oscurato nel giorno dal fumo dei cannoni, dal rosso del sangue versato e dalla cattiveria che si porta dentro. Piange per la forzata lontananza, per quel dolore che non si può dimenticare, che ha ferito il mondo per sempre. Una lettera che ci obbliga a non dimenticare quanto quel buio di giorno, porti con se solo diniego all’umanità , che lascia lividi indelebili negli occhi di chi in quel cielo ha pianto, senza avere tempo per versare lacrime.
Contributo a cura di Elizabeth Iannone