Il problema dell’evasione fiscale nel nostro paese è qualcosa di annoso, di cronico, di ripetitivo. Una piaga sociale che mette le radici lontano e che trova terreno fertile nell’ignoranza, nella tolleranza verso l’evasione, nella concezione tutta italiana di trovare “una strada più facile” ma anche nella complessità del sistema fiscale e nell’inefficienza della burocrazia.
Così ogni anno vengono bruciati miliardi di euro, tra contratti di lavoro irregolari, dichiarazioni mendaci, IVA non pagata. Un processo che si ripercuote, ovviamente, sui cittadini: aumenta il carico fiscale, la qualità dei servizi pubblici si abbassa, si effettuano tagli. Un recente studio condotto dal Ministero delle Finanze ha stilato la classifica dei lavori in cui si evade di più. Una sorta di pagelle fiscali che mette in evidenza come nell’84% delle categorie monitorate in più della metà i contribuenti hanno presentato dichiarazioni non affidabili. Il rischio più alto si trova nelle lavanderie, negli impianti sportivi e nei centri di assistenza per gli anziani, ma anche negli studi medici e nelle farmacie, percentuale più bassa (40%) per gli studi professionali come consulenti di lavoro, commercialisti, ragionieri. C’è un dato però da sottolineare: in questa classifica il gioco d’azzardo pubblico e legale non è assolutamente menzionato.
Il caso del gambling: l’isola dove l’evasione non c’è
Come sottolinea la redazione di Giochidislots, che si è occupata di questa speciale classifica, l’assenza del gioco pubblico va ricercata nella struttura e nella rete che governa il gambling italiano. Si tratta infatti di un settore molto controllato, dove le vincite sono immediatamente soggette a prelievo erariale e dove ogni puntata, ogni scommessa, ogni giocata viene registrata nei sistemi dell’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato che si occupa non solo di gestire e di raccogliere i proventi del gioco ma anche di controllarli, di monitorarli, di rilasciare le certificazioni per operare online e sul territorio.
Un settore felice, in un contesto di crisi nera almeno per quanto riguarda l’evasione. Un settore che non finisce qui. Stando a quanto sottolinea Giochidislots, l’industria del gioco d’azzardo rappresenta una vera e propria opportunità per tutto il mondo del lavoro, con la creazione di nuovi posti, e anche per il turismo, con milioni di visitatori attratti ogni anno nei casinò terrestri. Una filiera da cui prendere ispirazione e che invece si scontra spesso contro luoghi comuni e tabù ingiustificati.
Quanto vale l’evasione in Italia?
Ma torniamo per un istante al discorso generale: quanto costa l’evasione agli italiani? Come si legge su LaStampa l’Italia perde ogni anno 83 miliardi di euro, vale a dire due terzi della spesa sanitaria e molto di più di quello che lo Stato spende per la scuola (ad oggi infatti si investono “solo” 50 miliardi l’anno). Certo il trend sta cambiando: nel 2017 il totale delle imposte non pagate erano quasi 90 miliardi di euro, scese poi a 68,5 nel 2020 e a 66 nel 2021. Il problema però è che per estirpare l’evasione non bastano pochi anni, bisogna scendere a fondo. Nella cultura e nei modi di fare degli italiani, prendendo ispirazione, magari da alcuni esempi virtuosi.