Avellino, Cronaca Avellino

Mercogliano, omicidio di Roberto Bembo: indagati trasferiti agli arresti domiciliari

Mercogliano omicidio Roberto Bembo
Roberto Bembo
Roberto Bembo

Sono stati trasferiti agli arresti domiciliari Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo, indagati per l’efferato omicidio di Roberto Bembo 21enne di Mercogliano. Il giovane è stato ucciso a coltellate la mattina di Capodanno nei pressi di un bar a Torrette di Mercogliano. Come riporta l’edizione odierna del Il Mattino.

Mercogliano, omicidio di Roberto Bembo: indagati ai domiciliari

Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo, accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, erano detenuti uno a Poggioreale e l’altro Salerno. È stata accolta l’istanza presentata dal loro avvocato Gaetano Aufiero e dunque i due sono attualmente sottoposti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico presso i rispettivi domicili. Decisione che ha lasciato attonito il sindaco di Mercogliano, Vittorio D’Alessio e l’intera comunità.

Il commento del primo cittadino è affidato alla pagina social: “Ho grande rispetto per la magistratura e per le decisioni che la stessa adotta, da uomo di legge quale sono mi rendo conto che un giudizio di adeguatezza e proporzionalità andrebbe fatto solo attraverso la conoscenza di tutti gli sviluppi dell’indagine. Tuttavia, non posso negare che la decisione di attenuare la misura cautelare dei responsabili della morte di Roberto Bembo, in considerazione dell’efferatezza del delitto e dell’impatto che lo stesso ha avuto sulla mia comunità, mi lascia alquanto interdetto.” scrive D’Alessio.

“Il timore che l’attenuazione della misura possa essere letta come una conseguente attenuazione della gravità del fatto accaduto è forte e, per questo, sento ancora una volta la necessità di ribadire, oltre che la mia vicinanza ai genitori di Roberto, la volontà dell’amministrazione di ritenersi anch’essa parte lesa e, di conseguenza, di esperire tutte le azioni giudiziarie volte ad ottenere giustizia”, conclude il primo cittadino.

D’Alessio ancora una volta vuole ricordare ai giovani che “alla violenza non si risponde con violenza, Roberto non accetterebbe comportamenti simili” e prosegue “Roberto era conosciuto da tutti, non solo perché impegnato nel servizio civile presso il municipio e che svolgeva con massimo impegno, diligenza e con serietà, ma perché era un giovane che amava la vita, gli amici, il suo territorio. Era un leader ed è stato capace di creare aggregazione anche dopo la sua morte”.

Il delitto

L’accoltellamento di Roberto Bembo avvenne nel parcheggio di un bar di Mercogliano all’alba di Capodanno per futili motivi. I due dopo aver sferrato diversi fendenti, uno mortale alla gola, fecero perdere le loro tracce, lasciando a terra sanguinante Roberto. Bembo morì l’11 gennaio nel reparto di terapia intensiva dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino.

In base alla ricostruzione effettuata dagli agenti della squadra Mobile, il gruppo di amici di Bembo aveva già subito le minacce di Nico Iannuzzi, in auto con i fratelli Luca e Daniele Sciarrillo (indagato a piede libero). Dalle parole si passò ai fatti e il 21enne di Mercogliano venne colpito con tre coltellate in punti vitali, quella mortale alla gola.

Mercoglianoomicidio