Mazzette per superare il concorso nella polizia penitenziaria: bufera sulla Polpen dopo l’inchiesta di Santa Maria Capua Vetere per le violenze in carcere. Sono cinque le misure cautelari, emesse dal gip di Napoli, su richiesta della procura partenopea che ha indagato sulle presunte mazzette. Gerardo Barbato di Mugnano del Cardinale avrebbe corrisposto 8mila euro per superare le prove di arruolamento.
Mazzette per superare il concorso nella polizia penitenziaria: un caso a Monteforte
Il Nucleo Investigativo Centrale della stessa Polizia Penitenziaria ha notificato 5 misure (due ordinanze di misure cautelari in carcere e tre agli arresti domiciliari) nei confronti di tre agenti della Polpen (due in carcere e uno ai domiciliari), di un funzionario del Dap (ai domiciliari) e del candidato (anche lui ai domiciliari): tutti accusati di corruzione.
Le indagini
L’indagine, condotta del pm Mariella Di Mauro, ha portato anche all’emissione di diversi decreti di perquisizione e sequestri che potrebbero riservare nei prossimi giorni ulteriori risvolti. Gli indagati raggiunti dalle misure cautelari in carcere sono Enrico Spina di Caivano e Maurizio Russo di Monteforte Irpino, entrambi sovrintendenti e coordinatori in servizio presso il provveditorato per l’amministrazione penitenziaria, accusati di avere intascato la «mazzetta» per consentire all’aspirante agente di superare le prove psicoattitudinali malgrado fosse daltonico (difetto della vista che preclude la possibilità di entrare nella polizia penitenziaria). Ai domiciliari invece è finito Marco Pelosi, commissario in servizio presso la direzione generale del Dap a Roma. Stessa misura cautelare anche per Gerardo Barbato (il candidato poi risultato idoneo) e per suo suocero Nunzio Bianco, di Mugnano del Cardinale, ritenuto il mediatore tra candidato e i pubblici ufficiali. Indagato anche il padre dell’aspirante agente penitenziario, Edoardo Barbato.
I cinque indagati raggiunti dalle misure cautelari stando all’impianto accusatorio sarebbero stati sorpresi lo scorso 22 maggio durante il passaggio di denaro nella sede del sindacato Uspp che si trova a Monteforte Irpino. La circostanza che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare con la quale il gip di Napoli Federica Colucci ha emesso le misure è che Maurizio Russo (dirigente dell’Uspp da un anno e mezzo) ed Enrico Spina fossero «adusi a chiedere somme di denaro a genitori che cercano di garantire l’arruolamento dei figli nel Corpo della Polizia Penitenziaria». In particolare ai due viene contestato il reato di corruzione e anche quello di associazione a delinquere.
Le intercettazioni
Gli inquirenti sospettano che quanto emerso finora sia solo la punta dell’iceberg e che vi siano altri casi analoghi. Fondamentali ai fini investigativi alcune intercettazioni – effettuate dalla polizia – tra gli indagati che hanno portato alla luce il giro di mazzette. Particolarmente significativa l’intercettazione del 5 maggio 2021 in cui Maurizio Russo, Errico Spena e Marco Pelosi avrebbero concordato gli interventi per agevolare i candidati nel superamento delle prove fisiche. Lo stesso giorno, in un’altra conversazione, si parla delle modalità e dei tempi per il versamento del denaro. L’indagato Errico Spena al candidato riferisce: «…veniamo subito al dunque, senza che facciamo giri di parole… qua per questo servizio vogliono qualcosa… 8mila euro quattro di loro fanno 2mila euro ciascuno… questo è un treno che si deve prendere e non si può perdere…».