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Abbazia di Montevergine: celebrazioni in onore di San Guglielmo

D.A. Vaccaro, Visione di San Guglielmo, sec. XVIII, Museo Abbaziale di Montevergine

MERCOGLIANO. Lunedì 25 giugno 2018, alle ore 11,00, nella Basilica Cattedrale dell’Abbazia di Montevergine si terrà la solenne celebrazione liturgica in onore di San Guglielmo, fondatore di Montevergine, proclamato da papa Pio XII il 25 giugno del 1942 Patrono d’Irpinia.

Abbazia di Montevergine: celebrazioni in onore di San Guglielmo

Presiederà alla solenne liturgia S. Ecc. Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia. Sarà presente, inoltre, il Rev.mo Guillermo Arboleda Tamayo, Abate Presidente dell’Ordine dei Benedettini della Congregazione Sublacense Cassinese.

Alla Santa Messa parteciperanno i Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro e numerosi sindaci della provincia di Avellino, in particolare il sindaco di S. Angelo dei Lombardi Marco Marandino ed il sindaco uscente Rosanna Repoleche offriranno l’olio per la lampada che arde davanti all’urna del Santo.

 

San Guglielmo, note biografiche

Il Santo, originario di Vercelli, giunse sul monte Partenio dopo aver visitato alcuni tra i più importanti santuari medievali, ritirandosi a vita ascetica.

La Legenda de vita et obitu Sancti Guilielmi Confessoris et heremite,un codice riferibile al XIII secolo, riporta che San Guglielmo, durante uno dei suoi momenti di preghiera, ebbe in visione il Salvatore, che gli impose di costruire su quel monte una chiesa da dedicare alla Vergine e di mangiare solo cibi di stretta osservanza quaresimale.

San Guglielmo lasciò Montevergine qualche anno dopo la fondazione e costruì altre case monastiche, realizzando, di fatto, una grande congregazione che prese il nome di Verginiana. Il Santo rese l’anima a Dio il 24 giugno del 1142, nell’abbazia del Goleto, presso il territorio di S. Angelo dei Lombardi (AV), dove aveva istituito una comunità monastica femminile.

Il Goleto, con la legge del 13 febbraio 1807 che sopprimeva in tutto il Regno di Napoli gli ordini religiosi delle regole di S. Bernardo e di S. Benedetto con le loro diverse affiliazioni conosciute sotto il nome di Cassinesi, Celestini, Verginiani, Certosini, Camaldolesi, Cistercensi e Bernardoni, si ritrovò senza religiosi ed il corpo di San Guglielmo venne traslato all’abbazia di Montevergine, che fu preservata con il nome di Stabilimento.

 

La traslazione delle Sacre Reliquie del Fondatore

A partire dal mese di giugno 2016, le Reliquie di San Guglielmo sono state traslate dalla cripta all’altare maggiore della Basilica Cattedrale. La nuova sistemazione, pensata  dall’abate Riccardo Luca Guariglia, ha voluto restituire al Fondatore di Montevergine una maggiore visibilità attraverso una più dignitosa collocazione.Il corpo di San Guglielmo, custodito nel luogo della morte, l’abbazia che a quel tempo (1142) era intitolata S. Salvatore al Goleto, venne definitivamente portato a Montevergine il 5 agosto 1807. Qui fu adagiato inizialmente in una nicchia al primo gradino dell’altare maggiore mentre la testa (che era separata dal corpo) venne inserita in un’urna d’argento. Nel 1831 l’abate Luigi Valentini fece costruire un altare con un’urna marmorea nella cappella del Reliquiario nuovo, spazio destinato alla conservazione di tutte le reliquie presenti al santuario. Successivamente, nel 1887, essendosi realizzati alcuni lavori all’interno della cappella si dovette rimuovere la mensa d’altare e al termine, l’abate Corvaja precedette a una nuova consacrazione.

Con la costruzione della basilica cattedrale venne dismessa la cappella del reliquiario nuovo. Il corpo, sottoposto a ricognizione e definitivamente ricomposto, il 25 agosto 1968, fu collocato all’interno di un’urna, a sua volta inserita nell’altare principale della cripta fino al 7 giugno 2016, con l’ultima e definitiva traslazione in basilica.

 

L’accensione della lampada e la donazione dell’olio

Con la traslazione in basilica delle Sacre Reliquie, l’abate Riccardo Luca ha inteso rinfocolare la devozione al Santo Patrono d’Irpinia anche attraverso l’accensione di una lampada collocata davanti all’urna contenente il corpo del Fondatore, rendendo partecipi tutti i comuni della provincia di Avellino che, a turno, ogni anno, si offrono di donare l’olio occorrente ad alimentare tale lampada. Nei due anni precedenti sono stati i comuni di Mercogliano ed Avellino, attraverso i loro sindaci Massimiliano Carullo e Paolo Foti a rendere omaggio a San Guglielmo.

Quest’anno è la volta di S. Angelo dei Lombardi, rappresentato dagli ultimi due sindaci Marandino e Repole così come dal suo arcivescovo Mons. Cascio, che celebrerà la Santa Messa e renderà ancora più solenne questo momento.

Il comune irpino e Montevergine sono legati in modo profondo ed indissolubile. Come riportato in precedenza, fu a Sant’Angelo dei Lombardi, nell’abbazia del Goleto che San Guglielmo rese l’anima a Dio. E negli anni Settanta, fu un monaco proveniente da Montevergine, l’indimenticato P. Lucio Maria de Marino (1912 – 1992) a riportare la vita religiosa al Goleto dopo un secolo e mezzo di abbandono. P. Lucio, con amore, spirito di sacrificio, pazienza e dedizione fece di quel luogo uno straordinario focolare religioso, luogo di silenzio e di preghiera, come era nello spirito del Fondatore.

San Guglielmo, nel lontano XII secolo, fu uno straordinario modello di vita per le popolazioni dell’entroterra campano e ancora al giorno d’oggi  rappresenta un fondamentale modello di riferimento ed identitario per la terra d’Irpinia.

Mercogliano