Omicidio di Aldo Gioia ad Avellino: la ricostruzione dei fatti
Attualmente è impossibile capire chi difenderà la 18enne in Aula. Adesso, per le difese dei due ragazzi, viene la parte più difficile: si profila, infatti, la scelta di sottoporsi a perizie psichiatriche. Il pm Vincenzo Russo coordina l’indagine sull’omicidio che vede accusati la figlia della vittima, Elena Gioia, e il fidanzato Giovanni Limata, che avrebbe materialmente commesso l’omicidio.
Le urla di Gioia, colpito mentre dormiva, avevano richiamato l’attenzione della moglie e dell’altra figlia e l’aggressore era scappato. Poco dopo era rincasata Elena, che aveva chiamato i soccorsi: alle forze dell’ordine aveva parlato di un’irruzione da parte di ladri.
Il piano per uccidere la famiglia
In realtà a colpire a morte Aldo è stato Giovanni Limata, fidanzato della ragazza: il giovane, rintracciato dagli agenti della Squadra mobile a Cervinara, dove abitano il padre e il fratello, ha confessato l’omicidio. Anche la 18enne Elena Gioia, quella sera stessa, ha confessato agli inquirenti di aver pianificato con il fidanzato la morte del padre ma anche della sorella maggiore e della madre. È stata proprio Elena, infatti, a farlo entrare in casa uscendo col pretesto di andare a gettare la spazzatura e lasciando la porta aperta.