Lascia il Giovanni Limata, il 23enne di Cervinara accusato dell’omicidio di Aldo Gioia. Da venerdì 23 dicembre, il giovane si trova ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Avellino. Nella tarda mattinata, ha lasciato il carcere di Bellizzi Irpino dopo 20 mesi di detenzione come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Omicidio Aldo Gioia, Giovanni Limata in psichiatria
Il giovane sarebbe andato in escandescenza mentre si trovava in cella. Si è reso così necessario l’intervento dei sanitari della struttura detentiva. Questi, dopo una prima valutazione clinica, hanno predisposto il trasferimento in ospedale dell’ex fidanzato di Elena Gioia (anche lei accusata dell’ì omicidio del padre di lei) che già a gennaio scorso tentò il suicidio in cella.
Quella volta, provò a togliersi la vita procurandosi diverse ferite da taglio alle braccia ed alla gola usando il coperchio di una scatoletta di tonno. Fu decisivo il provvidenziale intervento degli agenti della polizia penitenziaria, con l’aiuto di alcuni detenuti. Dopo quell’episodio, Giovanni Limata venne immediatamente soccorso dai sanitari del carcere e poi ricevette le cure del caso in ospedale. Poi fu reintrodotto nel carcere di Bellizzi Irpino. L’omicidio di cui è accusato avvenne la notte tra il 23 e il 24 aprile del 2021, con la complicità della fidanzata.
Il delitto Gioia
L’omicidio è avvenuto alle 22.45. Lei, poco prima, scende giù per depositare il sacchetto dell’immondizia, dopo aver atteso che mamma e sorella andassero in camera da letto e il papà si fosse appisolato sul divano. Tutto secondo i piani. E dunque il momento giusto per agire. Elena risale al quinto piano e dietro di lei c’è Giovanni – che era nei dintorni del palazzo già da un po’ – armato con un coltello da caccia. Entrano in casa e lei raggiunge la sua camera da letto.
A questo punto il ragazzo si avventa sull’uomo che stava dormendo e lo colpisce con violenza all’addome. Almeno sette le coltellate inferte. Alcune agli organi vitali. La vittima prova a difendersi, ma senza riuscirci. Sulle sue mani i segni del tentativo estremo di evitare la morte. Le urla dell’uomo hanno salvato il resto della famiglia.