Nico Iannuzzi e i fratelli Luca e Daniele Sciarrillo sono stati condannati a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Roberto Bembo. La vittima di 21 anni perse la vita dopo 10 giorni di agonia in ospedale dove era ricoverato per essere stato accoltellato in seguito ad una lite avvenuto in un parcheggio a Mercogliano.
Omicidio Roberto Bembo, tre condannati a 16 anni di reclusione
Il giovane fu accoltellato la mattina del primo gennaio 2023 e morì dopo dieci giorni di ricovero in ospedale. La Corte d’Assise di Avellino ha emesso una condanna di sedici anni per ciascuno dei tre imputati coinvolti nell’omicidio di Roberto Bembo, originario di Mercogliano, colpito a coltellate nei pressi di un bar.
Nico Iannuzzi e i fratelli Luca e Daniele Sciarrillo sono stati giudicati colpevoli di omicidio volontario in concorso. Inoltre, a Iannuzzi è stata inflitta una pena aggiuntiva di otto mesi per il possesso dell’arma con cui ha inferto sei coltellate a Roberto, una delle quali ha colpito la carotide.
La sentenza
La Corte, guidata da Gian Piero Scarlato e con il giudice a latere Pier Paolo Calabrese, ha deciso di escludere le aggravanti nei confronti degli imputati. Il tragico evento si è verificato all’alba a Torrette di Mercogliano, in seguito a una lite tra gruppi di giovani per questioni legate al parcheggio.
Il pubblico ministero, Vincenzo Toscano, aveva richiesto una condanna di 25 anni di reclusione per Iannuzzi, 21 anni e nove mesi per Luca Sciarrillo e otto anni per Daniele Sciarrillo.
Questa mattina, durante l’arringa prima che la Corte e i giudici popolari si ritirassero in Camera di Consiglio, i difensori degli imputati hanno richiesto la modifica dell’accusa in eccesso colposo di legittima difesa, evidenziando anche le interferenze mediatiche sul processo e le false testimonianze fornite in udienza da amici della vittima. I tre imputati hanno atteso la sentenza nelle loro abitazioni di Avellino, dove erano agli arresti domiciliari. Nei mesi scorsi, contro questa decisione, si è verificata una clamorosa protesta da parte di ignoti, che hanno coperto l’ingresso del Tribunale di Avellino con la scritta «Vergogna».