Pastore evangelico di 85 anni indagato per violenza sessuale e riduzione in schiavitù per aver assoggettato alla sua volontà alcune fedeli, anche minorenni.
Pastore evangelico rinviato a giudizio, l’accusa è di riduzione in schiavitù
Il giudice nell’udienza preliminare a carico del pastore evangelico accusato di violenza sessuale, ha accolto le richieste della Procura e dell’avvocato della parte civile, e ha rinviato a giudizio l’uomo, fissando l’udienza in Corte d’Assise ad Avellino per il 9 maggio prossimo.
L’85enne dovrà rispondere di violenza sessuale e abusi psicologici, perpetrati tra i 1999 e il 2016 a danno di alcune fedeli della sua parrocchia.
Minacce violenze e soprusi
Il pastore evangelico 85enne minacciava di “sciagure terribili“ tutte coloro che non avessero acconsentito alle sue richieste sessuali. Le violenze si sarebbero consumate tra il 1999 e il 2016.
Stando a quanto dichiarato da alcune delle vittime, l’uomo imponeva regole molto rigide alle sue fedeli, vietando loro di guardare la televisione perché “oggetto del demonio” o “studiare e lavorare” perché prerogativa maschile.
Le vittime erano inoltre “obbligate a portare gonne”, a «non avere rapporti con persone estranee alla comunità evangelica e a non sposare uomini ritenuti da lui non adeguati.
Vere e proprie schiave del sesso e vittime di violenze subite “in nome di Dio”.
Alcune di loro hanno raccontato che in diverse occasioni gli incontri a sfondo erotico avrebbero coinvolto più donne insieme.