AVELLINO. Il clima è sempre più caldo nel Pd irpino in vista del congresso. Ecco la nota diramata in mattinata dai democratici di “A microfoni aperti” e “Gli autoconvocati”.
«All’indomani di uno scioccante e devastante risultato elettorale per il Partito Democratico che non condanna soltanto alla minoranza in Parlamento ma apre un inesorabile scenario sul futuro incerto e difficile del progetto politico ci saremmo aspettati un atteggiamento di maggiore serietà, o almeno di buon senso politico, dai vertici del partito.
Certo che serve un congresso anche in Irpinia per il Pd.
Per la verità sono più di due anni che questo partito meritava di avere una propria legittima classe dirigente.
Oggi, dopo tutto quello che è accaduto, è indispensabile un congresso che si prenda il tempo per riflettere, capire e riconoscere tutti gli errori compiuti.
Un congresso che abbia la forza di cambiare tutto ciò che non ha funzionato in questi anni per un partito che ha avuto tante occasioni per realizzare quanto promesso ai cittadini.
Serve molto in Irpinia un Congresso che si faccia carico di guardare alla gente fuori dalle stanze di via Tagliamento ritrovando, dopo anni di colpevole abbandono, un protagonismo vero riguardo alle proposte e alle questioni che appartengono ai territori.
C’è bisogno di un congresso che sappia interrogarsi sul compito che questo partito deve ridarsi nella società, confrontarsi sul profilo identitario che lo distingua dagli altri per le idee, le proposte e le visioni del mondo e dell’umanità.
Invece con una ostinazione incredibile impongono un congresso che prevede di candidare un segretario il lunedì e di eleggerlo il sabato.
Di gonfiare le tessere dalla sera alla mattina in base alle potenziali alleanza o agli accordi di caminetto.
Di impedire a 48 ore dalle scadenze di conoscere l’elenco degli iscritti.
Che poi sono, come tutti sanno, in buona parte iscritti (forse a loro insaputa!) che hanno votato, solo poche settimane fa, contro il partito democratico.
Nei comuni irpini ci sono più iscritti che voti.
Cosa deve accadere più di quello che è accaduto per far capire a chi si ostina a non ascoltare e a non vedere che l’aria è cambiata? Che autoassoluzioni e autocelebrazioni finiscono per risolversi facilmente nel ridicolo?
Da qualche settimana, prima ad Avellino, poi a Morra De Sanctis, quindi a Solofra con diversi democratici, sindaci amministratori, segretari, iscritti abbiamo condiviso una preoccupazione, spontaneamente, senza correnti e senza condizionamenti. Abbiamo avvertito il dovere di continuare, nel momento più difficile a fare la nostra parte, perché fuori dai luoghi spenti della politica c’è ancora tanta voglia e tanta passione di persone che non intendono arrendersi ad un destino infelice di quel progetto politico per il quale in questi anni ci si è spesi con convinzione e fatica».