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Racconti della verde Irpinia: viaggio a Sirignano

Racconti della verde Irpinia
Racconti della verde Irpinia
Racconti della verde Irpinia: viaggio a Sirignano. Un viaggio tra i comuni della verde Irpinia, tra storia, cultura, gastronomia e racconti antichi. Questa settimana a Sirignano

Racconti della verde Irpinia: viaggio a Sirignano

Un viaggio tra i comuni della verde Irpinia, tra storia, cultura, gastronomia e racconti antichi. Questa settimana a Sirignano.

 

Superficie territorio: Kmq6,25

Nome abitanti:Sirignanesi

Fiere e feste: Sant’Andrea (30Novembre)

 

Il Paese:Sirignano

Poche le testimonianze che  attestano una frequentazione in età romana nella zona, che rientrava nella vicina  città di Avella. Il toponimo, sembra però  derivare dal latino Serenius, latifondista romano, che forse possedeva un rustico di grandi proporzioni, per cui si dovrà risalire ad esso nelle origini di  Sirignano. Il borgo formatosi in etò tardo medioevale ad avvolgimento intorno all’antico castello, fu casale di Avella e ne seguì naturalmente tutte le vicende feudali. In alcuni documenti datati 1264 il subfeudo è riportato col nome di Siriniarum. Durante la dominazione angioina (1266/1442) ne era signore il nobile Riccardo Scillato, che nel 1313 lo diede insieme al castello di Quadrelle all’Abbazia di Montevergine.  Passò nel seguito alla famiglia Janvilla (1371), ai Caracciolo (1426), ai Pellegrino (1530), ai Loffredo e Spinelli  (secolo XVI) ed infine ai Cattaneo ed ai Doria del Carretto (secolo XVII). Dopo l’abolizione dei diritti feudali, Sirignano divenne nel 1837 comune autonomo compreso nella Provincia di Caserta. Nel 1861 fu annesso insieme con altri paesi del baianese alla Provincia di Avellino

(spunti storici dal libro di Giampiero Galasso – I Comuni dell’Irpinia 1989)

 

Da visitare

 

Palazzo Caravita

 

Costruito nella seconda metà del XIX secolo, sulle costruzioni murarie dell’antico castella dela famiglia Caracciolo. Il principe Giuseppe Caravita, nipote di Tomasi di Lampedusa, elevò il palazzo residenza ad un sontuoso luogo di ritrovo, meta ricercata della nobiltà napoletana e di letterati quali Salvatore Di Giacomo e  Enrico Caruso. Attualmente si presenta in discreto stato di conservazione, vi si ammirano il portale centrale con bugnato e le tre torri quadrangolari stilizzate con coronamento composto da merlature guelfe, caditoie e beccatelli. Notevole il parco situato alle spalle del palazzo.

 

Chiesa Sant’Andrea Apostolo

 

L’edificio costruito per volere dei Caracciolo intorno alla metà del XVI secolo nei pressi dell’oramai scomparso castello feudale. Riedificato nel 700, in stile barocco, nel suo interno sono l’altare maggiore in marmi policromi, intarsiati, sculture lignee dell’800 ed una tela settecentesca raffigurante Maria SS. Ed alcuni santi.

 

Vecchio Municipio

 

Il palazzo, ex sede del municipio del 1837, fu costruito e progettato da Carlo Vanvitelli nella prima metà del XIX secolo.

 

Cappella della Madonna del Rosario

 

Edificata nel corso del XVII secolo per volere della famiglia Sgambati, nella cappella, ad una sola navata, si conserva un artistico dipinto settecentesco della Madonna alle spalle dell’altare marmoreo.

 

 

Il Racconto: Il funerale della Giumenta

 

Innaro di Chiusano aveva una giumenta che si ammalò e morì. Si era tanto affezionato che pensò di farle il funerale e andò a dirlo al prete. Il sant’uomo sobbalzò:

  • Ma come ti viene, gridò, sei diventato pazzo?-

Innaro, però, ci teneva tanto e cambiò prete. Quello di Parolise gli rispose:

  • Chi ha detto che non si può fare?Eccome che è possibile! Ci vogliono solo venti pagnotte di pane e trenta tornesi. E così il giorno del funerale, benedicendo l’animale, recitò questa preghiera:

I preti di Chiusano

sono fessi e animali

quelli del mio Paese

si pigliano pagnotte

e si pigliano tornesi:

pagnotte venti e tornesi trenta

beata l’anima della giumenta

(Cù rifriscà l’anuma ri la iummenda)

 

(tratto da Racconti Irpini di Aniello Russo)

 

rubrica a cura di Elizabeth Iannone

 

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