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Racconti della verde Irpinia: viaggio a Fontanarosa

FONTANAROSA. Viaggio tra i comuni della verde Irpinia, tra cultura, gastronomia e racconti antichi. Questa settimana Fontanarosa.

Il Paese: Fontanarosa

Superficie territorio: Kmq 16,75

Abitanti: 3 109 (Fontanarosani)

Patrono: San Nicola

Cenni storici

Testimonianze  di una frequentazione umana si hanno in età romana, quando il Borgo era collegato alla città coloniale di Aeclanum (odierna Passo di Mirabella). Resti di una villa rustica del III IV secolo d.C. sono ancora visibili nella strada che conduce a Paternopoli. La prima notizia storica è riferita dal Catalogo dei Baroni, redatto  fra il 1150 ed il 1164, dove si legge che in quel periodo il paese era in possesso di Roberto de Fontanarosa, subfeudatario di Elia Gesualdo. Alla famiglia dei Fontanarosa il feduo appartenne fino alla metà  del XIV secolo, con i nobili Roberto II (1206) Giovanni (1240), Roberto III (1271), Gentile (1285), fino a Bartolomeo (1311). Quest’ultimo nel 1334 per aver preso parte con Manfredi e Monfort, nonché la banda di Angelo Fanzone, all’uccisione del nobile Nicola de Iamvilla, ciambellano di Roberto d’Angiò, venne bandito dal regno perdendo per sempre tutti i suoi possedimenti. Estintasi la famiglia dei Fontanarosa, nel 1340, il feudo passò nuovamente alla casata, dei Gesualdo  la quale ebbe queste terre con Mattia II (1342), Lionetto (1366), Luigi II (1546), fino ad Isabella (1614). Costei portò in dote i suoi beni feudali al marito Nicola Ludovisio, duca di Zagarola e Fiano, da cui li ereditò nel 1658 il figlio Giovan Battista, Comandante Generale della flotta napoletana. Fontanarosa venne poi acquistata per dodicimila ducati da Antonio de Tocco, principe di Montemiletto. Alla famiglia de Tocco il borgo rimase fino all’abolizione dei diritti feudali (1806).

 

Vi nacquero Michele Avvisati (1608/1689), filosofo, teologo, letterato. Tommaso de Rosa (XIX secolo), filosofo e letterato. Giovanni Chiocchiariello (XIX secolo) poeta e filosofo.

 

Da visitare

 

Chiesa di SS Maria della Misericordia

L’edificio risale nelle forme attuali alla ristrutturazione eseguita fra il 1903 e il 1923. La facciata, del tipo a capanna, spezzata con due ali laterali, possiede un portale del 700 di forma rettangolare e frontone, con un dipinto dell’Annunciazione. L’interno a tre navate divise da pilastri, sono conservate un antico altare seicentesco con le statue dorate di S. Biagio, S. Antonio e la Madonna. Il grande dipinto sul soffitto centrale del 1903 di Armando di Lisio, un altare marmoreo policromo, suggestivi stucchi dorati da Silvestro Graziani.

 

Chiesa di S. Nicola di Bari

La chiesa edificata per la prima volta nel XIII secolo, ha subito diversi rifacimenti nel 1425, nel 1733 nel 1931 e nel 1969. La facciata presenta alte colonne tuscaniche, disposte lateralmente su due piani. All’interno a tre navate, un altare  in marmi policromi, stucchi e intonaci realizzati nell’800

 

Centro Storico

Caratteristiche le viuzze e i vicoli dei vecchi rioni, con ben tenuti archi in muratura, loggette cinquecentesche, portali in pietra lavorata del 600  e del 700.

 

Il Racconto:  Il Lupo e la Volpe

 

Un lupo e una volpe scoprirono un solaio pieno di ricotte e vi entrarono attraverso l’inferriata di una finestra. La volpe, furba, dopo ogni boccone andava alla finestra e provava ad uscire. Il lupo, incuriosito, le chiedeva ogni volta:

Quando si accorse che a mala pena riusciva a passarci, la volpe arraffò l’ultima ricotta e scappò via. Il lupo si impaurì e provò a seguirla. Ma restò incastrato e, nel tentativo di liberarsi, fece tanto rumore che il padrone si svegliò. E il padrone arrivò, trovò il lupo incastrato e lo riempì di botte.  A stento il lupo si liberò e, mentre si allontanava, incontrò la volpe:

La volpe aveva cosparso il suo capo di ricotta e fingendosi gravemente ferita disse:

Il lupo ne ebbe pietà e prese la volpe sulle spalle: lui faticava a camminare e lei cantava:

A cura di Elizabeth Iannone

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