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Racconto in lingua, l’Irpinia e le storie di una terra antica

Racconto in lingua
Racconto in lingua
Racconto in lingua, l’Irpinia e le storie di una terra antica. Un viaggio tra gli antichi dialetti dell’Irpinia per riscoprire la bellezza di un modo antico di esprimersi. Dove la tradizione attraversa la storia di un popolo nelle sfaccettature dei suoi dialetti, dal 1800 ad oggi.

Racconto in lingua, l’Irpinia e le storie di una terra antica

Racconto in lingua, l’Irpinia e le storie di una terra antica, un viaggio tra i dialetti per riscoprire la bellezza di un modo arcaico di esprimersi.

Il racconto in lingua : Lo riavolo e la Femmena

Ng’era n’omo nzorato, chi non avia maro pe campà no iorno, a boce stesa, chiamavo lo riavolo recenno:
Riavolo, ti ravo l’anima, abbasta ca mi rai como compà nfi chi moro io e moglierima!.-
Assette lo riavolo e acconzentette a quero chi l’avia cercato e po’ sparette. La mogliere, a berè caccià tanta renari ra lo marito senza fateà, l’addommannavo chi nge l’avia rati e lo marito, senza nasconneli nienti, li recette c’avià rata l’anima a lo riavolo e isso l’avia rati tanta renari. A senti quero la mogliere com’a na tempesta, ca lo marito avia rata l’anima a lo rivolo, e decette:
Mo voglio verè r’arremerià io.-
Chiamavo puro essa lo rivolo e subito l’assette nanti addommannannoli che bolia. La femmena li recette:
Io voglio fa na scommessa co te, ma co quisto patto, si vingi tu, si patrone re l’anima mia e quera re maritimo; si po vengo io, pierdi l’anima re maritimo e la mia puro.-
Si- recette lo riovolo – va recenno qual è sta scommessa.-
Tu -, recette la femmena – hai ra ngoppa na cosa rint’a lo sacco. Si l’angappi vingi; si po no l’angappi pierdi-.
Lo riovolo si preparavo co lo sacco e la femmena, co lo culo preparato, nge facette no pirito rinto. Avette tiempo che rozzolà ma lo pirito non lo trovavo. Visto ch’avia persa la scommessa, squagliavo.

(tratto da Li Canti Viecchi – di Modestino della Sala)

Il racconto in italiano : Il diavolo e la donna

C’era un uomo sposato, che non sapeva come vivere, un giorno chiamò a squarciagola il diavolo dicendo:
Diavolo, ti do l’anima a patto che dai come vivere fino a che muoio a me e a mia moglie! –
Il diavolo apparì, acconsentì a quello che gli aveva chiesto e sparì. La moglie, quando vide il marito tirar fuori tanti soldi senza lavorare, chiese chi glieli aveva dati ed il marito, senza nasconderle nulla, le raccontò che aveva dato l’anima al diavolo e lui gli aveva dati tanti denari. La moglie si fece come una furia, a sentire che il marito aveva dato l’anima al diavolo, e disse:
Ora voglio vedere di rimediare io – .
Chiamò anche lei il diavolo che subito le uscì davanti e l chiese cosa volesse. La donna gli disse:
Voglio fare una scommessa con te, ma a questo patto; se vinci tu, sei padrone dell’anima mia e di quella di mio marito; se poi vinco io perdi l’anima di mio marito ed anche la mia.-
Si, – disse il diavolo, – Dì quale è questa scommessa .-
Tu – disse la donna, – devi prendere qualcosa nel sacco. Se la prendi vinci; se non la prendi perdi. –
Il diavolo si preparò con il sacco e la donna, con il culo pronto, vi fece dentro un peto. Ebbe tempo di cercare, ma non lo trovò il peto. Poiché aveva perso la scommessa sparì.

Rubrica a cura di Elizabeth Iannone