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Raid vandalico ad Atripalda, Carmine Tranchese si è offerto per dare una mano

Raid vandalico ad Atripalda
Raid vandalico ad Atripalda

ATRIPALDA. Raid vandalico ad Atripalda, il responsabile al restauro delle varie opere danneggiate sarà il maestro Carmine Tranchese che ha dichiarato che lavorerà gratuitamente.

Raid vandalico ad Atripalda, i lavori di restrutturazione saranno gratuiti

La scorsa sera, nel centro storico di Atripalda, sono state prese di mira diversi arredi urbani tra cui l’edicola votiva dedicata al Santo Patrono San Sabino Vescovo.

Gli altri arredi danneggiati piazza Garibaldi sono una panchina in legno e un posacenere sdradicato dal cemento.


Raid vandalico ad AtripaldaRaid vandalico ad Atripalda


Il parroco della chiesa madre di San’Ippolisto Martire, Don Fabio Mauriello, dove è custodita la statua del Santo, ha rassicurato i fedeli che si interverrà subito per la messa in sicurezza, installando anche una protezione al mosaico che risale al 1951. Restauro che effettuerà il maestro Carmine Tranchese:

Lo farò gratuitamente per il Santo, il paese e la comunità. Sono ragazzate, i bambini giocano lì a pallone invece di andare altrove. Certo c’è bisogno di manutenzione. L’edicola votiva è un’opera del 1951 è già anni fa effettuai un restauro. Anche la parte retrostante necessita di interventi conservativi in modo da scongiurare infiltrazioni d’acqua che portino al distacco delle maioliche. Interverrò sulle maioliche rotte e proverò a ricomporre il tutto in modo che non si vedrà quasi niente della rottura. Certamente ci vorrebbe una sorta di cappellina che protegga l’edicola dalle intemperie e dei distanziatori di plexiglass per difendere l’opera dai ragazzi che continueranno a giocare in quel posto anche che se non è quello il luogo giusto perché è un luogo sacro dove c’era la casa di San Sabino. Penso sia il luogo più sacro oltre la collegiata di Sant’Ippolisto Martire. Ristrutturerò le maioliche recuperate che, purtroppo, non possono essere sostituite da nuove visto che i pigmenti pittorici utilizzati nel 1951 non posso essere gli stessi utilizzati oggi da un ceramista. I colori non si troverebbero mai con le parti antiche. Perciò cercherò di recuperare quello che già c’è senza integrarlo con nuovi componenti.

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