Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino ha accettato la richiesta di revoca della misura cautelare nei confronti dell’ex amministratore di Alto Calore, Michelangelo Ciarcia.
Revocata la misura cautelare per Michelangelo Ciarcia
Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Avellino, Giulio Argenio che ha accolto l’istanza del difensore di Ciarcia, Nello Pizza, ed ha disposto la revoca della misura interdittiva all’ex amministratore di Alto Calore Spa.
A Ciarcia è stata posta la misura interdittiva per 12 mesi con le accuse di indebita compensazione, peculato, fatturazione inesistente e false comunicazioni sociali. La richiesta di revoca della misura interdittiva è stata presentata dai suoi avvocati difensori, Claudio Botti e Nello Pizza. La difesa ha sempre sostenuto di non poter saper con certezza se i dipendenti partecipassero o meno ai presunti corsi fantasma. Le responsabilità era delle aziende incaricate di condurre i corsi e la selezione dei dipendenti che vi dovevano partecipare era delegata ai responsabili di ciascuno ufficio.
Il Gup del Tribunale di Avellino Giulio Argenio ha rinviato la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio per 11 indagati e sulle due richieste di abbreviato. Il gup ha ammesso la costituzione per i reati di peculato contestati e ha escluso la contestazione per i reati tributari.
La Procura ritiene che Ciarcia sapesse dell’assenza dei dipendenti, mentre egli sostiene di non essene a conoscenza. Secondo la pubblica accusa alcune società di formazione progettavano corsi che poi nell’effettivo non si sono mai tenuti.
L’inchiesta è iniziata con la denuncia di un dipendente di Alto Calore, nel febbraio 2023 c’è stato il primo blitz della guardia di finanza e i primi interrogatori svolti dai pubblici ministeri Luigi Iglio e Vincenzo Toscano.