LIONI. L’antica pratica dei falò dell’Immacolata viene riproposta a Lioni con la manifestazione “Riti di Fuoco”. Tre giorni all’insegna delle tradizioni del territorio irpino, in un contesto ancestrale di narrazioni, spettacoli, musica ed enogastronomia.
“Riti di Fuoco” è la terza tappa del progetto “Il Treno degli Eventi” (POC Campania 2014/2020 – Linea Strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura) e ancora una volta condurrà i visitatori alla scoperta della cittadina altirpina. Dopo i boschi e la grande piazza sarà la volta dei vicoli, impreziositi da racconti e concerti.
“Verrà riproposta con Riti di Fuoco la festa dei falò, radicata a Lioni come in tutta l’Irpinia” –annuncia Antonio Sena, direttore artistico de “Il treno degli eventi” – “In questa occasione la rivisiteremo in chiave moderna, con un tre giorni che di certo sorprenderà chi verrà a farci visita”.
“Siamo felici di presentare Riti di fuoco, frutto di una continua ricerca volta a rivisitare la storia d’Irpinia attraverso le narrazioni antiche, le leggende, le magie che rendono surreale e mistico questo posto” – aggiunge la presidente della Pro Loco Lioni, Maria Antonietta Ruggiero – “La superstizione, il malocchio, le credenze popolari sono i pilastri della nostra cultura. Ridiamo vigore alle tradizioni del popolo irpino e lo facciamo in un paese come Lioni che per la sua centralità geografica diventa un luogo dove poter far convergere il folklore”.
“Riti di Fuoco”, promosso da Comune di Lioni e Proloco Lioni, vede la direzione scientifica di Roberto D’Agnese. Venerdì 7 dicembre c’è “Festa e Fera – canzoni ammischiate” a cura di Virginio Tenore.
L’8 dicembre, dopo all’accensione dei falò, riflettori sul concerto di Eugenio Bennato. Il 9 l’aperitivo culturale con il convegno “Riti, tradizioni e leggende. L’Irpinia”.
Durante la tre-giorni si troveranno tra le strade di Lioni lo Scazzamauriello e il Lupo mannaro, un processo alla strega e sabba, le Janare e la Masciara, il tutto a cura della compagnia teatrale Clan H e di Michele Miscia. E ancora li Squacqualacchiun, la misteriosa maschera di Teora. Chi vorrà, potrà ascoltare i Cunti irpini intorno a un fuoco oppure ballare con la Scuola di Tarantella montemaranese e prepararsi al Natale con le zampogne della tradizione.
“Per il format abbiamo lavorato principalmente su un filone che cattura molto l’attenzione dei lionesi e cioè le credenze popolari – spiega il direttore scientifico di “Riti di Fuoco”, Roberto D’Agnese -. Abbiamo voluto creare tre aree spettacolo per richiamare le tradizioni, le credenze, i concerti. E il concerto di Eugenio Bennato è la giusta sintesi di questi tre elementi”.
“Accanto alla vocazione commerciale, a Lioni c’è una comunità legata alla terra, vivace dal punto di vista culturale e che ama la natura – è la sintesi finale del sindaco Yuri Gioino -. Con questa manifestazione puntiamo a recuperare il nostro patrimonio culturale e naturalistico, per arrivare a offrire un’immagine nuova di Lioni”.