L’operazione Partenio 2.0 ha portato alla luce tutto il malaffare del Capoluogo irpino. Le indagini hanno rivelato i rapporti di amicizia e mutuo soccorso tra la politica e i boss di Avellino, coinvolgendo anche alcuni esponenti di spicco come Sabino Morano, a giugno del 2018 candidato sindaco per la Lega.
Sabino Morano nella bufera: svelati i rapporti tra boss e politica ad Avellino
Dopo le rivelazioni emerse dall’inchiesta Morano, in qualità di coordinatore della Lega in Irpinia, si è autospeso. Una decisione tardiva e priva di valore, considerando che le intercettazioni hanno provato l’avvenuto voto di scambio tra l’ex candidato e i boss.
Le intercettazioni
In una delle intecettazioni si sente Pasquale Galdieri, esponente del clan Partenio due, mentre parla di Morano, rassicurando il suo interlocutore su come l’uomo si sia sempre messa a disposizione.
ISecondo la Dda di Napoli, Morano e altri indagati sono considerati «ricollegabili, anche per interposta persona, al gruppo delinquenziale».
Scrivono gli inquirenti della Dda di Napoli: Sabino Morano, Nicola e Pasquale Galdieri, Antonio e Damiano Genovese avrebbero accettato la promessa di procurare voti a Morano, in cambio di interventi per garantire il buon esito di alcune pratiche amministrative di natura edilizia.
Damiano Genovese
Lega ancora protaginista del malaffare ad Avellino grazie a Damiano Genovese che, in una conversazione proprio con Sabino Morano, traccia e descrive, nei particolari, gli equilibri camorristici e malavitosi passati e presenti.
L’inchiesta
Dei 23 arrestati nell’operazione, 18 sono finiti in carcere, mentre 5 sono agli arresti domiciliati. Gli indagati sono tutti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, usura, estorsioni, detenzione di armi ed altro, nei. La misura cautelare è stata emessa dal GIP di Napoli, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di quel capoluogo.
Le indagini sono iniziate nell’estate 2017, per riscontrare le dichiarazioni rese durante un interrogatorio di garanzia al Nucleo Investigativo CC di Avellino da Francesco Vietri (condannato il 24 settembre alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Michele Tornatore).
Le intimidazioni
Nel contempo sono state effettuate circa 20 perquisizioni domiciliari unitamente al Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Napoli anche nei confronti del “gruppo Forte”, accusati diturbativa d’asta immobiliare, fiancheggiamento e scambio politico – mafioso con alcuni esponenti delle istituzioni locali.
I sequestri
Si è dato altresì esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza di due autorimesse adibite a parcheggio autovetture, un lavaggio, due società di costruzioni e diversi conti correnti bancari.
I nomi degli arrestati
- Franco Ambrosone, 56 anni di Monteforte Irpino
- Ferdinandio Bianco, 45 anni di Monteforte Irpino
- Pasquale Nando Bianco, 47 anni di Monteforte Irpino
- Diego Bocciero, 31 anni di Mercogliano,
- Giuliana Brogna, 41 di Montemiletto
- Filippo Chiauzzi, 42 anni di Avellino
- Pellegrino Cucciniello, 56 anni di Avellino
- Martino De Fazio, 63 anni di Monteforte Irpino
- Carlo Dello Russo (detto Carletto’e Mercogliano), 42 anni di Mercogliano
- Luigi De Simone, 35 anni di Montella
- Giuseppe Durante, 40 anni di Avellino
- Nicola Galdieri, 44 anni di Mercogliano
- Pasquale Galdieri (detto ‘o milord) 45 anni di Mercogliano
- Elpidio Galluccio, 30 anni di Avellino
- Angelo Genito, 51 anni di Montemiletto
- Antonio Matarazzo, 30 anni di Mercogliano,
- Giuseppe Moscariello, 29 anni di Montella
- Ernesto Nigro (detto Ciambone) 41 anni di Bagnoli Irpino
- Giuseppina Nigro, 37 anni di Bagnoli
- Ludovico Niuttolo, 52 anni di Avellino
- Mario Rosania, (detto rambo) 46 anni di Cassano Irpino
- Antonio Taccone, 26 asnni di Mercogliano
- Carmine Valente (detto caramella) 49 anni di Mercogliano
- Giovanni Volpe, 32 anni di Montella.
Il reati contestati sono associazione a delinquere di tipo mafioso, usura, estorsione, detenzione di armi e altri reati inerenti.