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Sant’Angelo dei Lombardi, nel cuore dell’apocalisse

Sant'Angelo dei Lombardi terremoto dell'80

SANT’ANGELO DEI LOMBARDI. «All’epoca io ero un soccorritore volontario sulle autoambulanze della Pubblica Assistenza di Pisa. Ci rendemmo conto presto della situazione e il lunedì pomeriggio partimmo alla volta di Grottaminarda. Prima di partire ‘svaligiammo’ letteralmente un supermercato. Ce lo facemmo aprire e lì prendemmo ogni genere di cose». Così raccontava Stefano Sbrana, un volontario di Pisa, che continua: «Siamo stati per circa una settimana a scavare come dannati nella melma e nella neve. Poi da lì ci siamo spostati e siamo andati a Sant’Angelo dei Lombardi, dove abbiamo trovato una scuola media che aveva retto al sisma e con la collaborazione di tanti altri volontari abbiamo istituito una mensa con le cucine da campo militari per i senzatetto. Davamo da mangiare qualcosa di caldo a 300-400 persone circa. La mia triste esperienza finì dopo 25 giorni. 25 giorni con solo una maglietta e un paio di mutande di ricambio, la doccia era un sogno, ci si lavava come meglio si poteva». La voce di Stefano si fa più triste quando racconta quella volta in cui dovettero alzare il tetto di quello che era il circolo degli anziani, ormai crollato, del paese: «Alzammo il tetto e trovammo quattro persone con le carte in mano intorno ad un tavolo, erano morti così»

 

Un aneddoto

 

Stefano, quando gli chiediamo quali cose negative gli sono rimaste in mente di quei giorni, ci racconta un aneddoto molto significativo: «Mentre scavavamo c’era una persona vestita bene che andava in giro insieme al maresciallo dei carabinieri. Questa persona era il proprietario di un’abitazione con un parco intorno ed era l’unica ad aver resistito alle scosse. Era evidente che era una persona del posto che contava. Successe che io incontrai un mio amico di Pisa, camionista, con il suo camion carico di quattro roulottes della Elnagh nuove, e mi raccontò che girava da un bel pò di tempo e che lo mandavano da un posto all’altro per scaricarle, si era stufato e le stava scaricando in mezzo alla strada. Qualche ora dopo – prosegue Stefano – notai che queste roulottes erano nel parco della casa di quel tipo e da lì ogni camion che portava giù roulottes le scaricava lì. Non ho sentito voce o non mi ricordo se venivano date in affitto, non voglio offendere nessuno, però a casa mia 2+2 fa 4».

 

Articolo a cura di Alessandro Mazzaro

 

 

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