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Scoperti e sequestrati cellulari al carcere di Ariano Irpino

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Ancora un sequestro di cellulari nel carcere di Ariano Irpino dove nella giornata di giovedì 11 novembre sono stati rinvenuti 3 smartphone e un microcellulare all’interno di un’intercapedine di una parete in una cella della Seconda Sezione. Gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno fatto la scoperta nel corso di un’operazione di bonifica del reparto, durante lo spostamento degli ospiti dalla Seconda alla Prima Sezione.

Cellulari scoperti nel carcere di Ariano Irpino: scatta il sequestro

Avviate le indagini per risalire al possessore dei cellulari e a chi effettivamente li utilizzava. A distanza di 15 giorni nella casa circondariale di Ariano si registra un nuovo ritrovamento di cellulari. Alla fine di ottobre sono stati rinvenuti due pacchi negli spazi aperti del penitenziario. In uno c’erano sette cellulari insieme a diversi accessori, mentre nell’altro è stata rinvenuta droga: 23 grammi di hashish e 5 di cocaina.

La tecnica del drone

Probabilmente i plichi erano stati lanciati da un drone comandato a distanza per volare sopra la casa circondariale. “L’istituto di Ariano Irpino, vero carcere di frontiera, è di sicuro tra le sedi più disagiate del distretto campano sotto tanti aspetti“, afferma Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sappe che esprime il proprio compiacimento agli agenti.

I quali pur operando ormai “in condizioni operative critiche, riescono a garantire la legalità e il proprio mandato istituzionale. Abbiamo fatto precise denunce – sottolinea Fattorello – rivolte a diverse autorità rispetto alle quali aspettiamo ancora riscontri e annunciati provvedimenti che ormai risultano improcrastinabili“.

Il commento del Sappe

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, interviene sull’episodio: “È necessaria – sostiene – la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti per impedire l’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone. Ad Ariano Irpino, in Campania e in tutta Italia sono a decine i telefonini rinvenuti ogni giorno nelle carceri, in possesso a familiari e amici di detenuti che tentano di introdurli in carcere con pacchi postali e nei colloqui.

Come avvenuto ad Ariano, le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria per l’ennesima volta, pur se tra mille criticità operative con livelli minimi di sicurezza e poche risorse umane, garantiscono e assicurano la legalità contro il malaffare della criminalità nelle carceri. Nonostante la previsione di reato prevista dal codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nei carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi“, conclude Capece.

Fonte: Il Mattino

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