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Sequestra infermieri per timore di un attentato, arriva la condanna

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ATRIPALDA. Aveva aggredito due infermieri per timore di essere al centro di un agguato di camorra. Un 40enne, ai domiciliari per i reati di violenza privata, sequestro di persona, maltrattamento in famiglia, minacce gravi e porto di arma fuori dalla propria abitazione, ha ricevuto uno sconto di pena.

Sequestra infermieri per timore di un attentato, la vicenda

La vicenda risale allo scorso settembre, quando l’uomo, ritenuto affiliato a un clan, stava per essere trasportato a Napoli per alcuni controlli a bordo di un’ambulanza della Misericordia di Atripalda. Con lui c’era anche la moglie.

L’autista sbagliò uscita in tangenziale e il malato temette di essere la prossima vittima di un attentato. Puntò quindi un coltello, che aveva ben nascosto, alla gola dell’autista, minacciando di morte sia lui che l’infermiere seduto accanto.

Una volta al Policlinico di Napoli, gli infermieri e la moglie chiamarono i Carabinieri presenti nel plesso ospedaliero che disarmarono l’uomo e lo portarono nel carcere di Secondigliano.

Sequestra infermieri, la condanna

L’imputato, grazie all’avvocato Rolando Iorio, è stato assolto da alcuni dei precedenti capi di imputazione e condannato a otto mesi di reclusione solo per i reati di minaccia grave e porto abusivo di arma.

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