Minacce dal carcere all’ex dopo il tentato omicidio: Pellegrino Crisci è stato trasferito al penitenziario di Reggio Calabria. Il 41enne di Sirignano è ristretto in carcere dopo aver tentato di sparare a Michela Principe, 48enne di Sperone, nel pomeriggio dello scorso 19 giugno.
Minacce all’ex dopo il tentato omicidio: Crisci trasferito nel carcere di Reggio Calabria
Non è finito l’incubo della 48enne che avrebbe ricevuto minacce dal carcere da parte dell’ex compagno Pellegrico Crisci, dopo il tentato omicidio avvenuto il 19 giugno scorso. Ora, l’uomo è stato trasferito al penitenziario di Reggio Calabria.
Sparata dall’ex Pellegrino Crisci, l’incubo di Michela Principe
I fatti risalgono a fine giugno scorso, quando Crisci venne intercettato dai carabinieri mentre era a bordo della sua Maserati. Ne nacque un inseguimento per le strade del Mandamento. Furono esplosi anche dei proiettili prima dell’arresto. Dopo quasi due mesi, Michela porta ancora i segni di quell’episodio essendo stata raggiunta da due colpi: “Non posso più muovere il braccio e la mano. Sono praticamente paralizzati. Anche oggi sono stata in ospedale. Sto spendendo tanti soldi per visite private e accertamenti diagnostici racconta la donna Potrei provare a operarmi a Bologna o Ravenna, dove ci sono degli specialisti. Vedremo. Ma ora ho altri pensieri”.
Il calvario
Michela, infatti, ha un figlio di 14 anni affetto da una grave patologia: “Ho difficoltà a portarlo al centro di assistenza. Da poco mi è stata restituita la macchina, pesantemente danneggiata dai proiettili. La notte non dormo. Appena sento abbaiare i miei cani, anche nel cuore della notte, scruto dalla finestra per vedere se c’è qualcuno. La sera non esco più. Solo durante il giorno e per poco tempo“.
E la donna si sente sempre osservata: “Poche ora fa, quando stavo rientrando a casa dall’ospedale, ho visto negli specchietti retrovisori una macchina. Pensavo che mi stesse seguendo. Sono andata in panico. E così mi sono fermata. Non si può vivere così. Ho paura che se mi dovesse accadere qualcosa, mio figlio venga rinchiuso in un istituto“.