Il covid ha colpito anche il mondo della criminalità. È quanto emerge dai dati del report sulla criminalità in Italia nel 2020, forniti dal Ministero dell’Interno. Furti e rapine sono diminuiti, anche per via del lockdown, dando più spazio ad altre forme di criminalità evolute di carattere informatico e cibernetico. Ma in generale i crimini denunciati sono stati il 32% in meno di quelli registrati l’anno scorso (e del 50% per quanto riguarda quelli commessi in uffici pubblici e banche).
Il crimine contro il patrimonio non si ferma, specialmente in questo periodo in cui le persone stanno più tempo in casa e di conseguenza i furti in appartamento sono diminuiti. In ascesa la produzione di denaro falso che ha raggiunto una qualità tale da rendere spesso impossibile il riconoscimento all’occhio umano; per questo motivo è sempre più indispensabile un rilevatore di banconote false da usare a bordo del taxi, ai banchi dei mercati rionali e per ogni altra attività di rapido scambio in attesa che aumenti il ricorso ai pagamenti con moneta elettronica. Al contempo sul fronte digitale nel primo semestre del 2020 solo online sono aumentati di quasi il 40% i tentativi di furto di dati personali e bancari (phishing, SMS truffaldini, spam…) e del 7% gli attacchi informatici gravi ad aziende e istituzioni costringendo ad adottare sistemi di difesa cibernetica sempre più incisivi.
Crimini che aumentano in tempo di covid
Infatti i reati online hanno avuto una media durante il periodo di lockdown di ben 52 denunce al giorno, tra furti d’identità, clonazioni di carte, ecc… Mentre per quanto riguarda la violenza in famiglia, Elisabetta Aldrovandi, avvocato dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime, ha già denunciato il mese scorso che le chiamate ai centri antiviolenza e di sostegno alle vittime sono più che raddoppiate rispetto allo scorso anno. La rete D.i.re (centri antiviolenza) nel solo mese di marzo 2020 ha riscontrato un impennata delle chiamate, tanto da essere il 74% in più rispetto alla media mensile dello scorso anno.
Ma anche lo spaccio è cresciuto: 6,7% in più rispetto allo scorso anno, anche in questo caso il covid ha influito, perché – come aveva denunciato Roberto Saviano – il crimine ha riorganizzato la vendita di stupefacenti anche in epoca di lockdown. Il volto della criminalità italiana è dunque cambiato notevolmente a causa dell’epidemia, non è diminuito, ha solo differenziato diversamente i suoi ambiti di competenza.
Le violenze in famiglia
Stefano Delfini, Direttore del servizio di analisi criminale per gli affari interni, ha dichiarato al Sole 24 Ore:
“In questi mesi abbiamo studiato con attenzione cosa stava succedendo. Le limitazioni alla libertà di circolazione sono state un fatto eccezionale, che ha ovviamente influito su alcune forme di criminalità. Per altre, la diminuzione è stata meno marcata, come per maltrattamenti e percosse, che spesso sono reati spia di violenze di genere. Lo dimostrano anche l’aumento delle telefonate al numero 1522 durante il lockdown e il fatto che, con la riapertura delle attività, sono tornate subito a crescere le denunce di violenze su donne o minori. Inoltre, smart working e didattica a distanza hanno spostato una parte della delittuosità sulla rete”.
In realtà quello della violenza sulle donne è una vera e propria piaga sociale in allarmante aumento già da alcuni anni, e della quale
ci siamo già occupati, il cui epilogo di questi mesi era tristemente atteso e richiederà uno sforzo d’occhio per ottenere un’inversione di tendenza che vada oltre l’attenzione alla repressione.