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Usura, estorsioni e immigrazione clandestina: tra gli arrestati il figlio del boss Graziano

evasione fiscale imprenditori denunciati

Foto di repertorio

Tre irpini, tra cui un ex poliziotto, sono coinvolti in una maxi-inchiesta della Procura di Salerno su usura, estorsioni e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, condotta dalla Guardia di Finanza. Tra i nominativi figura Salvatore Luigi Graziano, 37 anni, incensurato e titolare di un’azienda agricola, figlio di Adriano Graziano, noto boss di Quindici. Graziano è assistito dall’avvocato Raffaele Bizzarro.

Usura, estorsioni e immigrazione clandestina: tra gli arrestati il figlio del boss Graziano

Nell’inchiesta della Procura di Salerno coinvolti tre irpini, tra cui un ex poliziotto. Sono tre i nomi irpini finiti nella maxi-inchiesta della Procura di Salerno su un giro di usura, estorsioni e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, condotta dalla Guardia di Finanza. Tra loro, spicca quello di Salvatore Luigi Graziano, 37 anni, incensurato, titolare di un’azienda agricola e figlio di Adriano Graziano, storico boss di Quindici. Salvatore Luigi è difeso dall’avvocato Raffaele Bizzarro. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Mattino.

Gli arresti: dal figlio del boss all’ex poliziotto

Insieme a Graziano, sono finiti in carcere anche: Francesco Bossone, 60enne, ex poliziotto originario del Vallo di Lauro, noto per il suo impegno proprio nella lotta alla camorra; Maria Fistillo, 37 anni, residente a Moschiano.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal GIP del Tribunale di Salerno ed eseguita dalle Fiamme Gialle. Complessivamente, l’operazione ha portato a:

12 arresti in carcere,
12 arresti domiciliari,
4 misure interdittive che vietano lo svolgimento di attività professionali.
Inoltre, è scattato il sequestro di beni per un valore superiore a 1,4 milioni di euro.

I reati contestati

Le accuse, a vario titolo, sono gravissime e vanno dall’associazione per delinquere all’usura, dall’estorsione alla truffa ai danni dello Stato, fino al riciclaggio e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’indagine ricostruisce un sistema criminale con base operativa a Sarno, guidato — secondo l’accusa — da Massimo Graziano, già condannato nel 2013 per associazione mafiosa e ritenuto legato al clan camorristico del Vallo di Lauro.

Il sistema illecito: prestiti usurari e truffe ai danni dello Stato

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno, il gruppo criminale: Sfruttava imprenditori in difficoltà economica, concedendo loro prestiti a tassi usurari. Attraverso società intestate a prestanome, riusciva a ottenere finanziamenti pubblici agevolati, garantiti dallo Stato. Questi fondi venivano poi dirottati verso nuove operazioni di usura o utilizzati per acquisire beni e servizi per il gruppo. Il meccanismo, scoperto grazie a intercettazioni, analisi contabili e accertamenti bancari, prevedeva:

L’acquisizione diretta o indiretta di società.

La creazione di bilanci falsati per simulare solidità economica. La richiesta di prestiti bancari coperti dal Fondo di Garanzia per le PMI.
Dopo l’erogazione del prestito, le rate non venivano pagate, causando danni economici allo Stato.  Le indagini hanno portato alla luce anche un giro di permessi di soggiorno ottenuti illegalmente. Attraverso false assunzioni in aziende compiacenti, il gruppo riusciva a presentare centinaia di istanze ai “click day” per i decreti flussi, chiedendo circa 5.000 euro per ogni nulla osta rilasciato.

Professionisti compiacenti

A facilitare il sistema illecito, anche la complicità di: un commercialista, due direttori di banca, che fornivano consulenze per “truccare” i bilanci e facilitare l’accesso ai fondi.

I tre irpini arrestati dovranno essere ascoltati dal giudice, davanti al quale avranno modo di chiarire la propria posizione. L’inchiesta resta aperta e non si escludono ulteriori sviluppi e nuovi coinvolgimenti.

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